Good Boy, l'atteso horror di Ben Leonberg, aprirà Alice nella Città 2025. Scopri il film fenomeno raccontato interamente dal punto di vista di un cane

Il film di Ben Leonberg, un caso cinematografico nato come esperimento indipendente e acclamato al SXSW, è stato scelto per inaugurare la rassegna romana dedicata alle nuove generazioni. Un thriller paranormale che sposta il punto di vista sulla paura, adottando quello del migliore amico dell'uomo.

[di Redazione]

Sarà l'opera prima indipendente Good Boy di Ben Leonberg ad aprire la XXIII edizione di Alice nella Città, la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma in programma dal 15 al 26 ottobre 2025. Un film a basso budget, nato da un cortometraggio e diventato un fenomeno di culto ancor prima della sua uscita in sala, forte di un'accoglienza critica stellare con il 95% di recensioni positive su Rotten Tomatoes dopo il suo debutto al SXSW Film & TV Festival 2025.

Il film si innesta su una domanda tanto semplice quanto geniale, una di quelle che il regista Ben Leonberg attribuisce al suo maestro ispiratore, Stephen King.

“Stephen King, una delle mie più grandi ispirazioni horror, dice spesso che trae le sue idee da scenari ipotetici del tipo ‘e se…’: cosa succederebbe se uno scrittore alcolizzato rimanesse bloccato con la sua famiglia in un hotel infestato? (“Shining”). Cosa succederebbe se un'adolescente vittima di bullismo scoprisse di avere poteri telecinetici? (“Carrie, lo sguardo di Satana”). Nel 2012, mentre rivisitavo l'apertura di Poltergeist, mi colpì un “e se…” a tal punto da farmi tremare: e se il cane di famiglia fosse l'unico a sapere che la casa è infestata?.

Good Boy è la risposta a questa domanda da brividi. La narrazione è interamente affidata allo sguardo di Indy, il cane del regista, che diventa protagonista e unico testimone delle presenze che infestano la sua nuova casa. È una scelta che scardina le convenzioni del genere haunted house, sfruttando l'innata capacità degli animali di percepire ciò che l'occhio umano non può vedere per creare una suspense quasi primordiale.

L'efficacia del film risiede proprio in questa prospettiva inedita. Invece di affidarsi a dialoghi esplicativi o a facili spaventi, Leonberg costruisce la tensione sui comportamenti che ogni proprietario di cani conosce bene: un abbaiare verso angoli vuoti, una reticenza a entrare in una stanza, uno sguardo fisso nel nulla. Come sottolinea il regista, “è un thriller paranormale concreto raccontato dal punto di vista di un cane, un compagno leale e quotidiano, spinto in circostanze straordinarie”. Il risultato è un racconto che è allo stesso tempo tenero e terrificante, che usa la lente del rapporto cane-padrone per esplorare le nostre più profonde angosce.

La scelta di Alice nella Città appare quindi perfettamente in linea con la natura del film. “I giovani hanno un rapporto speciale con l’horror, perché racconta le loro inquietudini”, dichiarano i direttori Gianluca Giannelli e Fabia Bettini. “‘Good Boy’ ci ricorda che la linea tra bene e male non è scomparsa: si è solo fatta più sottile. Più simile alla vita”. Un'opera che, senza bisogno di animali parlanti, ma solo con "spaventi terrificanti" , è riuscita a diventare virale online, trasformandosi da piccolo esperimento a potenziale blockbuster internazionale grazie al passaparola sui social.

Il film uscirà prossimamente nelle sale italiane distribuito da Maestro Distribution.

La nostra recensione completa del film, scritta in occasione del suo debutto al SXSW, è disponibile a questo link: Good Boy: L'horror che ridefinisce la paura attraverso lo sguardo canino

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