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Cinechiacchiere, il salotto sotto le stelle

Conversazione con Riccardo Ferrero, ideatore del format CINECHIACCHIERE che unisce parole, musica e spettacolo all’aperto

Conversazione con Riccardo Ferrero, ideatore del format che unisce parole, musica e spettacolo all’aperto.

[di Elisabetta Castiglioni]

Un palco semplice, qualche sedia, una chitarra, una luce che cala lenta e poi si accende la sera: può sembrare poco, e invece basta per far nascere qualcosa di raro. Si chiama Cinechiacchiere e prende vita ogni settimana a Roma al Cinevillage Talenti, nello spazio del 68 Village. È un talk? Un pre-show? Una rassegna d’interviste? In realtà è una cosa più sottile e più viva. Ne abbiamo parlato con chi l’ha immaginato e lo porta in scena: Riccardo Ferrero, regista, autore e direttore dell’arena Cinevillage Talenti.

Cinechiacchiere è un nome che incuriosisce subito. Da dove nasce l’idea?
 Ezio Natale, Yassmine Pucci,
Riccardo Ferrero e Loredana Maiuri
L’idea è nata osservando quello che manca, non quello che c’è. Vengo da tanti anni di lavoro nel cinema e nello spettacolo, ho attraversato diversi ruoli, ma ho sempre sentito la mancanza di uno spazio dove il dialogo avesse davvero respiro. Non un’intervista promozionale, non un dibattito rigido. Qualcosa di più morbido, più umano, più sorprendente Mi sono ispirato, senza nasconderlo, a quello che è stato forse il più grande format della TV italiana: il Maurizio Costanzo Show. Amavo il modo in cui Costanzo costruiva l’incontro: quella passerella volutamente teatrale, da avanspettacolo, l’alternanza dei toni, le pause musicali, le interruzioni ironiche, l’imprevedibilità. E soprattutto amavo il fatto che si incontrassero persone diversissime, ma capaci di dialogare con intelligenza e curiosità. Era una forma di spettacolo altissima che sembrava semplice. Con Cinechiacchiere cerco, nel mio piccolo, di restituire qualcosa di quello spirito.

Il pubblico di oggi è ancora in grado di ascoltare con attenzione e partecipare a una conversazione “lenta”?
Molto più di quanto si pensi. Anzi, penso che oggi ci sia un bisogno quasi fisico di conversazione vera. Siamo tutti bombardati da contenuti brevissimi, sovrapposti, distratti. Cinechiacchiere propone l’opposto: una sosta, una pausa. Invitiamo artisti, attori, scrittori, giornalisti, performer, e con loro parliamo di vita e di lavoro, ma anche di sogni, inciampi, ricordi, idee. Lo facciamo in una dimensione pubblica ma raccolta, davanti a un pubblico vero, che non è mai solo spettatore ma parte attiva, presente, reattiva. Ed è una delle cose più belle: vedere che, tra una battuta e una nota, si crea uno scambio autentico.

Riccardo Ferrero, Massimiliano Buzzanca
C’è sempre anche la musica, come in un varietà d’altri tempi…
Sì, volutamente. Non è solo un sottofondo, è una parte del format. Ogni incontro è accompagnato dal chitarrista Ezio Natale, che interviene tra un momento e l’altro, a volte commenta, a volte accompagna un racconto, altre volte lancia una provocazione musicale. La musica crea ritmo, crea pausa, crea atmosfera.
E poi c’è Antonella Ponziani, che è con me fin dall’inizio: attrice brillante e sensibile, con una capacità di leggere l’ospite e il pubblico davvero rara. Con lei tutto è più naturale e più teatrale insieme.

Che tipo di ospiti scegliete?
Cerchiamo sempre profili diversi: chi ha una carriera lunga alle spalle e chi è all’inizio di un percorso, chi ha vissuto tante vite e chi è appena uscito da un’esperienza forte. È importante che ci sia varietà, contrasto. Non cerco nomi solo “famosi”: mi interessa chi ha una storia da raccontare, un punto di vista. E non devono per forza essere “del cinema”, anche se molti lo sono. Mi piace che un attore si trovi accanto a un musicista, una scrittrice, una giornalista, una voce radiofonica o un’atleta. Quando il tavolo è vario, succede sempre qualcosa di vero.

Perché farlo in un’arena all’aperto e non in un teatro o in uno studio?
Eugenia Tamburri
Perché il cielo aperto ha qualcosa che un tetto non ha. Sembra una frase da film, ma è vera.
Il formato nasce proprio per lo spazio aperto delle arene estive, nasce proprio per lo spazio aperto delle arene estive, e in particolare del Cinevillage Talenti, che oggi dirigo dopo esperienze simili a Monteverde e in altri luoghi della città. La magia dell’arena è che si è tutti insieme ma senza barriere. Il pubblico arriva un po’ prima del film, si siede, ascolta, a volte si avvicina. Le luci calano, il rumore della città sfuma, e comincia qualcosa di diverso. È una condizione ideale per accendere la parola.

Che cosa speri che resti al pubblico dopo una serata di Cinechiacchiere?
Vorrei che restasse una sensazione di leggerezza e profondità insieme. Che qualcuno tornasse a casa con una frase che risuona, con un nome da cercare, con una nuova curiosità. Cinechiacchiere è un format, certo, ma anche un momento umano. Uno spazio in cui l’arte incontra la vita senza maschere. E se c’è una risata in più o una lacrima sincera, tanto meglio. La sfida è tenere viva la voglia di ascoltare, con intelligenza e ironia. Proprio come faceva Costanzo.


Cinechiacchiere
è in programma ogni domenica e mercoledì alle ore 19:30 al Cinevillage Talenti – 68 Village, ingresso da via Corrado Alvaro snc. Ingresso gratuito fino a esaurimento pos
ti.

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