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Il rumore dell'assenza: Paul McCartney e la strategia del "Room Tone" contro l'IA

Analisi del brano "silenzioso" di Paul McCartney uscito l'8 dicembre. Dettagli tecnici, messaggio politico e la lotta degli artisti contro l'IA.

Quando la musica si ferma, rimane il suono dello spazio vuoto. L'8 dicembre 2025 segna un punto di non ritorno nella lotta per il diritto d'autore: l'analisi tecnica e politica del vinile che sta sfidando l'industria tecnologica.

[di Alessandro Massimo]

is this what we want

Il mercato discografico ha assistito l'8 dicembre 2025 a un evento senza precedenti per la sua caratura simbolica e politica. La pubblicazione in formato vinile dell'album Is This What We Want? non rappresenta soltanto l'ennesima uscita di protesta, ma si configura come un sofisticato sabotaggio concettuale guidato da Sir Paul McCartney. In un'epoca dominata dalla produzione sintetica, l'ex Beatle ha scelto di utilizzare la propria influenza per amplificare quello che i tecnici del suono chiamano "room tone": il respiro elettrico di una stanza priva di musicisti.

L'operazione, coordinata dal compositore ed ex dirigente AI Ed Newton-Rex, nasce in risposta alle recenti proposte legislative del governo britannico, inclini a permettere alle aziende tecnologiche l'addestramento dei modelli di intelligenza artificiale su opere protette senza licenza esplicita. La traccia inedita di McCartney, inclusa come bonus esclusivo nell'edizione limitata del vinile, dura due minuti e quarantacinque secondi. Contrariamente alle aspettative di un silenzio digitale assoluto, l'ascolto rivela una texture sonora complessa e inquietante. La registrazione si apre con cinquantacinque secondi di fruscio del nastro magnetico, interrotti bruscamente da rumori ambientali che suggeriscono una presenza fantasmagorica: il cigolio di una porta, passi incerti, un vago trambusto, per poi scivolare nuovamente in ottanta secondi di sibilo statico fino alla dissolvenza finale.

ASCOLTA IS THIS WHAT WE WANT

Questa scelta stilistica trascende la performance artistica per diventare documentazione forense. I microfoni, posizionati in studi di registrazione leggendari come Abbey Road e in sale da concerto deserte, hanno catturato la "profonda mutezza" che cala quando l'elemento umano viene rimosso dal processo creativo. McCartney e gli oltre mille artisti firmatari del progetto, tra cui figurano giganti come Kate Bush, Sting, i Pet Shop Boys e David Gilmour, hanno orchestrato un messaggio in codice crittografato nella tracklist stessa. I titoli dei dodici brani, letti in sequenza, compongono la frase: "The British Government must not legalise music theft to benefit AI companies".

La portata dell'evento risiede nella sua capacità di unire fronti solitamente distanti. Non vediamo solo la vecchia guardia del rock difendere il proprio catalogo, ma una coalizione intergenerazionale che include artisti contemporanei come Sam Fender, tutti concordi nel ritenere che l'addestramento non autorizzato delle IA costituisca una minaccia esistenziale per la classe media musicale. Se le grandi star possono permettersi gesti dimostrativi, i compositori emergenti rischiano di vedere il proprio lavoro assorbito e rigurgitato da algoritmi generativi a costo zero.

Le implicazioni legali sono altrettanto rilevanti. Mentre negli Stati Uniti si dibatte sul concetto di Fair Use, l'iniziativa britannica pone l'accento sulla sovranità culturale. Ed Newton-Rex ha sottolineato come la politica rischi di sacrificare un settore che genera miliardi di sterline sull'altare di una competizione tecnologica con la Silicon Valley. La vendita del vinile, i cui proventi sono destinati interamente all'ente benefico Help Musicians, trasforma il supporto fisico in un oggetto di militanza: possedere questo disco significa possedere la prova tangibile di ciò che rischiamo di perdere.

L'8 dicembre 2025 rimarrà agli atti come il momento in cui la musica ha smesso di suonare per farsi ascoltare davvero. Il "rumore di fondo" registrato da McCartney ci ricorda che la creatività non è un dataset da estrarre, ma un'attività umana che richiede presenza, imperfezione e, talvolta, il coraggio di tacere per difendere il proprio valore.

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