$type=ticker$count=12$cols=4$cate=0

L'Eremita e l'invasione: manuale di sopravvivenza per anime in manutenzione

Ci si può salvare da soli? Un'indagine ironica e profonda sulla necessità delle relazioni umane per rinascere, partendo dal film "Cinque Secondi".

Sulla comica e inevitabile necessità degli altri per salvarsi. A partire da "Cinque Secondi" di Paolo Virzì.

[di Massimo Righetti]

Cinque Secondi - Paolo Virzì

C'è una certa, innegabile eleganza nel mandare tutto al diavolo. Non con la volgarità dei gesti plateali, intendiamoci, ma con la classe di una ritirata strategica. Un esilio. Un buen retiro dal mondo e dal suo frastuono insistente. L'uomo che si fa eremita, oggi, non si arrampica su un albero né si nutre di bacche e radici. Troppo teatrale, troppo Medioevo. L'eremita contemporaneo si trova un posto dimenticato da Dio ma col wi-fi, che so, una stalla fatiscente trasformata in un casale dal gusto retrò in una Toscana verde e selvaggia, e lì si dedica alla sublime arte dell'auto-annientamento a fuoco lento. È una performance silenziosa per un pubblico inesistente. Un capolavoro di dissoluzione.

Questo è il punto di partenza di Cinque Secondi, il film di Paolo Virzì ora nelle sale grazie a Vision Distribution. Un uomo accartocciato su se stesso, un'anima in perenne manutenzione straordinaria che ha deciso, semplicemente, di chiudere bottega. Lo chiamano Adriano, ma potrebbe avere il nostro nome. È l'archetipo di chiunque abbia subìto uno scacco dalla vita e, invece di cercare la mossa per ribaltare la partita, abbia scelto di smettere di giocare. Si è messo lì, in quel paesaggio invernale che è la fotocopia del suo cuore, ad aspettare. Cosa? Probabilmente nulla. La fine della partita per abbandono.

Valerio Mastandrea - Cinque Secondi

E qui sorge la domanda. Quella che ci portiamo dietro da quando abbiamo smesso di credere alle favole e quella che ritorna a galla durante la visione del film: per salvarsi, davvero, ce la si può fare da soli? È un'impresa che si può tentare in solitaria, un'eroica ascensione interiore, tirandosi su per i capelli come il Barone di Münchhausen dalla palude del proprio io? È una narrazione seducente, bisogna ammetterlo. L'individuo contro il suo demone, senza aiuti esterni. L'autosufficienza dell'anima. Suona nobile, suona bene. Ma è vera? O è soltanto la più poetica delle nostre illusioni?

GUARDA IL TRAILER: 

L'universo, si sa, ha un senso dell'umorismo che definire bizzarro è riduttivo. Nel momento esatto in cui hai raggiunto la perfezione della tua solitudine, la stasi cosmica del tuo dolore, ti arriva un'invasione di campo. È come quando, convinto di aver chiuso ogni porta, la vita ti infila un biglietto sotto il battiscopa. Un invito per un bicchiere di vino che non avresti mai creduto di ricevere. O, peggio ancora, ti carica la pistola per una roulette russa di emozioni che non avevi nessuna intenzione, o speranza, di giocare. Per il nostro eremita, questa roulette prende le sembianze di un'orda di giovani idealisti che vogliono fare il vino. Tu cerchi il silenzio e ti arriva la vendemmia. Cerchi l'oblio e ti ritrovi con il compost dei vicini.

L'urto è tutto lì. In quella loro irruzione non richiesta, non cercata, quasi molesta. Loro non sono lì per salvarlo. A loro, del suo dramma da martire chic, non importa nulla. Hanno un'utopia da coltivare, delle vigne da resuscitare. E lui è solo un vicino scorbutico. Ma è proprio questo a innescare qualcosa. La loro vita, il loro lavoro, il loro caos, all'inizio solo un rumore indistinto, cacofonico, quasi insopportabile, lentamente si tramuta in qualcos'altro. Un ritmo che non comprende, poi riconosce: un battito. La loro cura per quel paesaggio arido diventa, per una strana e inspiegabile osmosi, una cura per la sua anima. La vita, si scopre, è contagiosa. È un'epidemia benigna che non chiede il permesso.

Valerio Mastandrea, Valeria Bruni Tedeschi
E allora il dubbio si fa voragine. E se la narrazione dell'eroe solitario fosse una trappola? Se l'idea di bastare a se stessi fosse la più grande delle nostre vanità? Il film di Virzì, ma forse la vita stessa, sembra sussurrarci una verità quasi scandalosamente ovvia: salvarsi è possibile solo nell'incontro con l'altro. E non è un incontro da romanzo rosa, è uno scontro. Un'interruzione forzata. Una scocciatura monumentale. La salvezza non arriva da un'epifania sul monte, ma dal caos di una festa della vendemmia un po' sgangherata, dalla richiesta di un consiglio banale, dalla presenza di una donna che nasconde la sua disperazione dietro una vitalità da clown.

Forse, allora, la rinascita non è un atto di volontà, ma un atto di resa all'evidenza che non siamo pianeti in orbite solitarie. Siamo sistemi aperti, porosi, condannati a essere contaminati. Non è un cinema che pretende di guarire, ma che chiede di guardare chi si ha davanti. E in quello sguardo, in quella presenza inattesa, caotica e meravigliosamente viva, si trova l'antidoto al nostro perfetto, immobile, letale isolamento.

Forse non siamo nati per salvarci da soli. Forse, e questa è un'idea che ha una sua vertiginosa bellezza, siamo nati per essere l'inciampo provvidenziale sulla strada di qualcun altro. E viceversa. Una specie di meraviglioso, comico, inevitabile domino della speranza.

LEGGI ANCHE: Valerio Mastandrea si racconta: Nonostante, l'amore, l'autoironia e l'eredità di Caligari

---

Cinque Secondi

Durata:105 min

Regia: Paolo Virzì

Interpreti e personaggi: Valerio Mastandrea (Adriano Sereni), Galatéa Bellugi (Matilde), Valeria Bruni Tedeschi (Giuliana), Ilaria Spada (Letizia), Francesco Maria Dominedò (vice commissario Bosco), Anna Ferraioli Ravel (avvocata Pesaresi), Anna Lazzeri (Jasmine)

Sceneggiatura: Francesco Bruni, Carlo Virzì, Paolo Virzì

Produttore: Daniel Campos Pavoncelli, Marco Cohen, Letizia Corbi, Mariangela Curci, Fabrizio Donvito, Benedetto Habib, Alessandro Mascheroni

Produttore esecutivo: Enrico Venti

Casa di produzione: GreenBoo Production, Indiana Production, Motorino Amaranto, Vision Distribution

Distribuzione: Vision Distribution

Fotografia: Luca Bigazzi

Montaggio: Jacopo Quadri

Musiche: Carlo Virzì

Scenografia: Alessandro Iacopelli

Costumi: Ottavia Virzì

Trucco: Cristina Amadio, Diarra Sidibe, Mario Tola
---

LuciSullaScenaMagazine è anche su Whatsapp

È sufficiente cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornati.

COMMENTS

Loaded All Posts Not found any posts VIEW ALL Readmore Reply Cancel reply Delete By Home PAGES POSTS View All RECOMMENDED FOR YOU LABEL ARCHIVE SEARCH ALL POSTS Not found any post match with your request Back Home Sunday Monday Tuesday Wednesday Thursday Friday Saturday Sun Mon Tue Wed Thu Fri Sat January February March April May June July August September October November December Jan Feb Mar Apr May Jun Jul Aug Sep Oct Nov Dec just now 1 minute ago $$1$$ minutes ago 1 hour ago $$1$$ hours ago Yesterday $$1$$ days ago $$1$$ weeks ago more than 5 weeks ago Followers Follow THIS PREMIUM CONTENT IS LOCKED STEP 1: Share to a social network STEP 2: Click the link on your social network Copy All Code Select All Code All codes were copied to your clipboard Can not copy the codes / texts, please press [CTRL]+[C] (or CMD+C with Mac) to copy Table of Content