Quando la maternità diventa un'ombra: Mara Fondacaro presenta IL PRIMO FIGLIO all'Azzurro Scipioni

Il 3 dicembre all'Azzurro Scipioni di Roma la regista Mara Fondacaro presenta Il Primo Figlio. Un evento imperdibile per l'horror d'autore italiano.

Un evento speciale nel cuore di Roma per l'esordio alla regia della sceneggiatrice premio David di Donatello. Un horror d'autore che sfida i tabù del lutto e della colpa.

[di Alex M. Salgado]

C’è un filo sottile e inquietante che lega l'amore materno alle paure più inconfessabili dell'animo umano. È su questo confine, livido come le acque di un lago d'inverno, che si muove Il primo figlio, l'opera prima di Mara Fondacaro che martedì 3 dicembre alle ore 21:00 sarà protagonista di una serata evento al Cinema Azzurro Scipioni di Roma. La regista, già apprezzata firma della sceneggiatura italiana, accompagnerà il pubblico in sala per un dibattito al termine della proiezione, in un luogo che Silvano Agosti ha reso tempio della resistenza culturale capitolina.

Distribuito nelle sale grazie a Lo Scrittoio, il film segna un punto di svolta nel panorama del cinema di genere nostrano. Dimenticate le convenzioni del terrore fine a sé stesso: qui l'orrore germoglia nel quotidiano, tra le mura di una villa isolata dove Ada e Rino, interpretati da Benedetta Cimatti e da Simone Liberati, cercano di costruire un futuro in attesa del loro secondo bambino. Ma il passato ha una consistenza fisica, quasi vischiosa. Il lutto per la perdita prematura del primogenito, Andrea, non si è mai risolto; si è trasformato in una presenza, un "corpo fantasmatico di una colpa inammissibile" che torna a reclamare il suo spazio.

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L'ispirazione nasce dalle profondità dell'inconscio della stessa autrice. Fondacaro ha rivelato di aver attinto a un suo incubo ricorrente, quello di "partorire un serpente nero", per dare forma a questa narrazione. Un'immagine potente che sullo schermo si traduce in un maternal gothic raffinato, dove la tensione psicologica prevale sull'effetto speciale. Il film si apre con una citazione di Søren Kierkegaard che definisce l'angoscia come "il sentimento che sopraggiunge davanti alle infinite possibilità". Ed è proprio questa vertigine della libertà a paralizzare Ada: la paura che scegliere la vita significhi tradire la memoria della morte.

La pellicola, prodotta da Nightswim e Sajama Films, arriva a questo appuntamento romano forte di un percorso critico di rilievo, impreziosito dal Premio SIAE Cinema per la miglior sceneggiatura ottenuto alla Festa del Cinema di Roma. La fotografia di Fabio Paolucci immerge la storia in toni acquatici e opprimenti, mentre il sound design costruisce una trappola sensoriale da cui è impossibile fuggire. Mara Fondacaro, forte della sua formazione al Centro Sperimentale e del David di Donatello vinto per la scrittura del corto Le variabili dipendenti, dimostra una maturità registica rara per un esordio, orchestrando un'opera che non consola, ma costringe lo spettatore a guardare dove solitamente distogliamo lo sguardo.

L'appuntamento del 3 dicembre all'Azzurro Scipioni rappresenta un'occasione preziosa per dialogare direttamente con l'autrice su queste tematiche complesse. Vedere Il primo figlio in sala significa sostenere un cinema italiano che osa, che scava nel dolore per trovare una nuova grammatica visiva, confermando come il genere possa essere il veicolo più potente per raccontare la verità delle nostre emozioni più oscure.

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