$type=ticker$count=12$cols=4$cate=0

Io, Pietra di Norcia che non volevo morire

La facciata della Basilica di Norcia racconta in prima persona il terremoto, la solitudine e la rinascita. Una storia di speranza e resilienza.

Dopo nove anni di silenzio, la Basilica di San Benedetto a Norcia riapre le sue porte. E la sua facciata, finalmente, racconta.

[di Massimo Righetti]

Basilica di San Benedetto a Norcia dopo terremoto

Ricordo il suono. Non quello delle campane, né i canti dei monaci o il bisbiglio dei fedeli. Mi ricordo il suono della vita che mi attraversava come sangue. Per secoli, sono stata più di una facciata. Ero la pelle di un corpo vivo, il volto di una casa. Le preghiere vibravano tra le mie pietre, il calore delle candele saliva ai miei rosoni, il peso dei passi sul pavimento che era la mia spina dorsale. Ero un tutt'uno.

Poi, un mattino d'ottobre, la terra ha urlato. Un urlo ancestrale, venuto da un tempo più antico del mio. È stato uno strappo. Ho sentito le mie sorelle, mura, volte, colonne che per secoli avevano condiviso con me il peso del cielo, gridare e poi sbriciolarsi. Un suono di ossa rotte, un fragore che ha inghiottito ogni altro rumore. E poi, il silenzio. Un silenzio bianco, denso di polvere, pesante come un sudario.

Quando la polvere si è posata, ero sola.

Sono rimasta in piedi, non so come. Un volto senza un corpo. Una maschera vuota affacciata su un cimitero di macerie che un tempo era casa. I primi tempi, la gente veniva a guardarmi e piangeva. I loro occhi mi attraversavano, vedevano il vuoto alle mie spalle. Ero diventata lo specchio del loro strazio, un'icona della perdita. Ma nessuno poteva sentire la mia, di solitudine. Il vento fischiava attraverso le mie orbite vuote, dove prima c'erano vetrate colorate. La pioggia mi batteva addosso e per un po' ho finto fossero lacrime, che potessi ancora piangere. Ma la pietra non piange. Assorbe. E io ho assorbito tutto quel grigio, tutta quella solitudine, fino a diventarne parte. 

Ho passato nove anni così. Nove inverni a sentire il gelo non solo sulla mia pelle di pietra, ma dentro, in quell'assenza che mi definiva. Ero un guscio, lo spettro di me stessa.   

Poi, un giorno, qualcosa è mutato. Non erano più solo sguardi di lutto. Erano sguardi di progetto. Sono arrivate delle mani che mi hanno toccato con una delicatezza dimenticata. Hanno iniziato a medicare le mie ferite, a raccogliere i frammenti dispersi, a uno a uno, come si fa con i ricordi preziosi. Ho sentito il ronzio di macchinari, ma soprattutto ho sentito le voci. Voci che pronunciavano parole come futuro, speranza, ricostruzione.   

Hanno iniziato a ricucirmi. Pietra su pietra, mi hanno restituito un corpo. Non era lo stesso di prima. Dentro di me, ora, sento scorrere un'anima diversa, più resiliente, intessuta di tecniche ignote, concepita per resistere a nuovi urli della terra. Giorno dopo giorno, il vuoto alle mie spalle si riempiva. La solitudine indietreggiava, intimorita da quel coro di volontà e fatica. Non ero più un monumento alla distruzione. Stavo diventando un cantiere di speranza.   

E oggi... oggi le porte sono di nuovo aperte. La luce non è più solo quella del sole sul mio viso, ma è una luce che proviene dall’interno, calda, pulsante. Sento di nuovo le voci, i passi. Sento di nuovo il sangue caldo della vita che scorre. Non sono più un guscio vuoto. Sono una casa. Una casa costruita con la tenacia di chi non si è arreso. Hanno ricucito le mie ferite, e così facendo, hanno ricucito una comunità intera. Questa rinascita non è solo la mia. È la loro. È la dimostrazione, scolpita nella materia, che la solitudine non si subisce, ma si sconfigge insieme. Che la speranza non è una preghiera sussurrata nel vuoto, ma un cantiere operoso, il suono mille mani che scelgono, insieme, di non cedere.   

Basilica di San Benedetto a Norcia dopo restauro

Questo racconto è un omaggio silenzioso a tutte le mani, le menti e i cuori che hanno lavorato alla ricostruzione, finanziata da una partnership pubblico-privata che ha coinvolto il Commissario per la Ricostruzione, la Regione Umbria e un significativo contributo di Eni Spa.

--

LuciSullaScenaMagazine è anche su Whatsapp

È sufficiente cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornati.


COMMENTS

Loaded All Posts Not found any posts VIEW ALL Readmore Reply Cancel reply Delete By Home PAGES POSTS View All RECOMMENDED FOR YOU LABEL ARCHIVE SEARCH ALL POSTS Not found any post match with your request Back Home Sunday Monday Tuesday Wednesday Thursday Friday Saturday Sun Mon Tue Wed Thu Fri Sat January February March April May June July August September October November December Jan Feb Mar Apr May Jun Jul Aug Sep Oct Nov Dec just now 1 minute ago $$1$$ minutes ago 1 hour ago $$1$$ hours ago Yesterday $$1$$ days ago $$1$$ weeks ago more than 5 weeks ago Followers Follow THIS PREMIUM CONTENT IS LOCKED STEP 1: Share to a social network STEP 2: Click the link on your social network Copy All Code Select All Code All codes were copied to your clipboard Can not copy the codes / texts, please press [CTRL]+[C] (or CMD+C with Mac) to copy Table of Content