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Sara Petraglia vince il Premio Millennial Visionaria: L'albero e la forza di uno sguardo nuovo

ara Petraglia vince il Premio Millennial Visionaria alla Festa Cinema Roma 2025 con "L'albero". Il riconoscimento di Visionarie al suo sguardo.

Alla Festa del Cinema di Roma 2025, il riconoscimento del progetto "Visionarie" celebra l'esordio della regista. Una storia di talento, radici e sostegno al femminile.

[di Betty Sellers]

In un angolo raccolto ma pulsante della Festa del Cinema di Roma 2025, lontano dai riflettori più rumorosi, si è tenuto un evento che ha fatto silenziosamente molto rumore: la consegna del Premio Millennial Visionaria a Sara Petraglia, regista esordiente del film L’albero. Promosso da Visionarie – donne tra cinema, TV e racconto, con il sostegno della Fondazione Roma Lazio Film Commission, il premio rappresenta una delle poche voci realmente autonome e radicali nel panorama della promozione femminile nel cinema italiano.

Creato da Giuliana Aliberti, avvocata e fondatrice del progetto Visionarie, il Premio Millennial Visionaria non si limita a premiare un talento emergente, ma vuole riconoscere uno sguardo nuovo, una prospettiva alternativa, una modalità differente di raccontare il mondo e – soprattutto – di viverlo. Sara Petraglia, con il suo primo lungometraggio L’albero, ha incarnato esattamente questo spirito: uno sguardo sensibile, coraggioso e netto, che riesce a rifiutare gli stereotipi senza ostentazione, e a posizionare la narrazione femminile là dove più spesso viene rimossa – al centro.

A premiare Petraglia è stata Paola Randi, regista e mentore, che l’ha conosciuta giovanissima, quando Sara faceva la fotografa di scena sul set del suo film Tito e gli alieni, prodotto da Angelo Barbagallo (presente anch’egli in sala). Quell’incontro, avvenuto in un deserto dove le temperature oscillavano di decine di gradi, fu – racconta Randi – rivelatore: “Aveva già allora il senso dell’immagine. Lavorare con lei fu un’esperienza irripetibile”. E Barbagallo, produttore anche de L’albero, ha confermato di essersi fidato da subito di Sara, credendo nella sua visione per il suo primo lavoro come regista..

Il film, presentato alla Festa del Cinema nel 2024 e accolto con entusiasmo dalla critica, racconta la storia di Bianca e Angelica, due ragazze unite da un’amicizia intensa, complessa, a tratti distruttiva, e incastonata in un’età fragile come i vent’anni. Interpretate magistralmente da Tecla Insolia e Carlotta Gamba, le protagoniste diventano – come ha detto una delle attrici – “parte della vita”. Insolia ha parlato di quel set come di un periodo che l’ha “segnata e trasformata”, un’esperienza professionale che è anche personale, e che “ha lasciato radici”. Gamba ha aggiunto che Sara è riuscita a creare un ambiente di lavoro “sicuro ma anche leggero”, una combinazione rara e preziosa, che fa la differenza tra un film ben fatto e un’esperienza cinematografica che diventa vita condivisa.

L’immagine dell’albero – scelta da Petraglia è sia un titolo che una metafora: “L’albero guarda avanti, verso l’alto, ma ricorda sempre da dove viene”, ha detto la regista durante l’incontro. È un’immagine di continuità, di radicamento, ma anche di crescita e trasformazione. Non a caso, il film è stato costruito a partire da una sceneggiatura rigorosa, interamente scritta dalla stessa Petraglia, dove nulla è stato improvvisato, nemmeno la fotografia, firmata da Sabrina Varani. “Rivedendo il film mi emoziono ancora”, ha confessato Sara. E l’emozione, in sala, era palpabile.

Laura Delli Colli, presidente dei Nastri d’Argento, ha sottolineato come L’albero rappresenti davvero un segnale di discontinuità nel racconto cinematografico italiano: una voce nitida, femminile e millennial, che si fa spazio senza forzature, solo per la forza della verità che porta con sé.

Il valore del premio, inoltre, va oltre il simbolico. La vincitrice riceverà una residenza artistica a Villa San Michele, la celebre dimora dello scrittore e medico svedese Axel Munthe a Capri, oggi sede dell’Axel Munthe Foundation – The Swedish Institute at Rome. Da anni, la Villa è promotrice di scambi culturali italo-svedesi e di progetti legati all’arte e al cinema delle donne. Lì L’albero verrà proiettato in un evento speciale, e la regista potrà sviluppare nuovi progetti in un contesto unico, dove storia, bellezza e visione si intrecciano naturalmente. È un riconoscimento che è anche una promessa, una spinta verso il futuro.

L’incontro si è concluso con le parole appassionate di Giuliana Aliberti, che ha ricordato come “la narrazione sia una forma di potere immenso”, uno strumento con cui le donne, da sempre, rivoluzionano e anticipano il reale. “Le visioni femminili sono profetiche”, ha detto, “e per questo rappresentano una scelta politica, ogni volta che vengono espresse con libertà”. Visionarie si conferma come uno dei pochi spazi in cui le donne del cinema possono fare rete, riconoscersi, sostenersi e crescere insieme. E anche questo – come ha ricordato Paola Randi – è parte essenziale del lavoro creativo: “Andare avanti libere, disancorate da vincoli e limiti che ci hanno assorbito”.

Prossima tappa: Palazzo Merulana, Roma, il 30 e 31 gennaio 2026, per una nuova edizione di Visionarie, dove – ancora una volta – saranno le storie delle donne a raccontare la complessità del presente e a immaginare futuri possibili.

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