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Intorno all'attore si gioca la partita fondamentale: Vicari e il cast di AMMAZZARE STANCA raccontano il loro metodo collettivo

Il cast di "Ammazzare stanca" e Vicari svelano il loro metodo di lavoro: l'importanza delle prove in teatro e la costruzione profonda dei personaggi

Dalle prove in teatro nate dalla collaborazione con la Scuola Volonté, alle improvvisazioni che hanno cambiato la sceneggiatura: il racconto del processo creativo dietro il film di Daniele Vicari.

[di Alex M. Salgado]

"Il cinema e il teatro si fanno solo se si fanno insieme". La frase di Vinicio Marchioni  risuona come il manifesto perfetto dell'incontro tenutosi ieri, 24 ottobre 2025, alla Festa del Cinema di Roma. Organizzato dallo Spazio Eventi Roma Lazio Film Commission in collaborazione con la Scuola d'Arte Cinematografica Gian Maria Volonté, l'evento "Il mestiere dell’attore: lavorare insieme alla costruzione di un film"  ha visto il regista Daniele Vicari e il cast del suo ultimo film, Ammazzare stanca, svelare il cuore del loro processo creativo. Moderati da Maurizio Di Rienzo, il regista, il produttore e attore Pier Giorgio Bellocchio e gli interpreti Gabriel MontesiVinicio Marchioni, Andrea Fuorto e Selene Caramazza hanno raccontato un metodo di lavoro che pone le prove e la sinergia al centro di tutto.

GUARDA LA CLIP: AMMAZZARE STANCA di Daniele Vicari (2025) - Clip "Cose di uomini"

Daniele Vicari, anche direttore artistico della Scuola Volonté , ha da subito messo in chiaro la sua filosofia, che rifugge la nozione di direzione dell'attore per abbracciare quella di "condivisione". Per Vicari, "le prove non sono un lusso, ma una bellissima opportunità. Se la produzione non mette in condizione tutto il gruppo di lavoro di praticare la bellissima opportunità di fare delle prove vere, ecco, questo è difficile che accada", ha spiegato il regista. Questa volta, grazie alla produzione, è stato possibile: "Ci siamo chiusi per un periodo dentro il Teatro Argot... e lì, in questo limbo nero, abbiamo cominciato a far vivere questi ectoplasmi che sono dei personaggi".

L'esperienza alla Volonté ha consolidato la sua visione: 

"Il lavoro fatto in questi 15 anni alla scuola Volonté mi ha convinto sempre di più che intorno all'attore si gioca la partita fondamentale di un film". 

Spazio Eventi Roma Lazio Film Commission
Un lavoro che ha un impatto diretto sulla scrittura: "Sostanzialmente abbiamo rimesso anche un po' in discussione la sceneggiatura. Abbiamo modificato delle cose... abbiamo inserito a sceneggiatura alcuni elementi che sono venuti fuori durante le prove, ma soprattutto abbiamo fatto emergere i personaggi" .

Questo approccio ha trovato un alleato fondamentale in Pier Giorgio Bellocchio, nel doppio ruolo di produttore e attore. È stato lui, come ha raccontato Vicari, a dire: "prendiamo un teatro". Bellocchio ha rivendicato questa mossa non come un costo, ma come una scelta strategica. "È un fatto di scelte, è un fatto di credere", ha affermato , spiegando che la sua "scuola di famiglia" gli ha insegnato una cosa: 

"la performance dell'attore è l'unico elemento che veramente può cambiare le sorti di un film". 

Per Bellocchio, dare tempo e spazio agli attori è "un atto di rispetto e anche un investimento nel fondo, perché gli attori fanno la differenza e quindi è importante che gli attori si sentano anche valorizzati".

Gli interpreti hanno confermato il valore di questo metodo. Vinicio Marchioni, che interpreta il padre-padrone, ha rivelato come il lavoro sia andato in profondità, partendo da un riferimento altissimo. "La prima volta che mi ha chiamato Daniele per raccontarmi il film, addirittura lui era partito da Macbeth per esplorare al meglio il rapporto tragico tra questo padre e questo figlio". Il focus si è spostato sulla dimensione intima: "ci sembrava più importante soffermarci sull'aspetto proprio familiare. Il risultato è un personaggio complesso, un "uomo molto pratico" che è anche un animale... uno che è cresciuto eseguendo degli ordini e non mettendoli neanche in discussione".

Vinicio Marchioni, Gabriel Montesi
Questo lavoro ha creato una connessione profonda tra gli attori della nuova generazione, molti dei quali (come Montesi e Fuorto) legati alla Scuola Volonté. Gabriel Montesi, che interpreta il protagonista Antonio Zagari, ha descritto le prove come un momento di rivelazione: "penso che lì abbiamo trovato i personaggi, ma penso che abbiamo trovato anche la sensibilità di un regista che sa osservarti. Per trovare la chiave di un assassino, ho cercato nel profondo e ho capito che il mio personaggio aveva questo rigetto, questo rifiuto, questo malessere dal corpo, dallo stigma patriarcale... e quindi su questo contrasto ho navigato" .

Andrea Fuorto, che interpreta il fratello, ha raccontato un aneddoto emblematico, nato proprio durante un'improvvisazione. "Stavamo facendo questa improvvisazione senza battuta... Lui [Montesi] si è addormentato e io ho provato a mettermi i suoi pantaloni che mi stavano tre volte. Questo 'atto fisico' è diventato la chiave del mio personaggio. perchè con questi pantaloni troppo larghi per me ho pensato 'm****, ecco, questo è il mio personaggio. Uno che non vorrebbe stare in quei panni, ma non ce la fa, è completamente fuori luogo. Non è visto da niente, da nessuno, molto probabilmente neanche da se stesso e quindi cerca appunto di star bene col fratello, ma in realtà tutti e due si portano addosso questa grandissima sofferenza. E Tutto questo è nato attraverso le prove". Fuorto ha lodato la scuola Volonté, che "prima ancora di allenare il talento, l'artista, allena l'essere umano".

Infine, Selene Caramazza, interprete di Angela, figura femminile forte ed emancipata per l'epoca, ha sottolineato l'importanza delle prove per costruire l'intimità. "Quel contatto prima è un valore aggiunto al film, alla storia, e quella cosa lì si percepisce, secondo me" . Questa preparazione ha dato al cast la libertà di trasformare il materiale di partenza: "Per esempio una scena in carcere... è cambiata proprio lì sul set perché in fase di scrittura il mio personaggio doveva mostrare una fragilità maggiore rispetto al personaggio di Antonio, invece durante le prove si è ribaltato il tutto, mi veniva una forza maggiore nei confronti di di Antonio, al contrario Antonio si è dimostrato più fragile. Quindi questa è anche la bellezza di arrivare proprio sul set con con i personaggi vivi".

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