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Figlio, non sei più giglio: Il dramma del femminicidio a teatro come indagine sulle radici della violenza

Torna a Roma "Figlio, non sei più giglio". Un'analisi teatrale e sociologica sul femminicidio e le radici della violenza di genere. Al Teatro Manzoni.

L'opera di Daniela Poggi, Mariella Nava e Stefania Porrino, supportata da Global Thinking Foundation, usa il teatro per interrogare il rapporto madre-figlio e la mascolinità tossica nella società odierna.

[di Massimo Righetti]

Daniela Poggi, Mariella Nava e la regista Stefania Porrino

Arriva in scena al Teatro Manzoni di Roma, il 10 novembre, uno spettacolo che si sottrae alla semplice rappresentazione per trasformarsi in specchio, interrogativo e forse ferita necessaria. È Figlio, non sei più giglio, opera nata dall'urgenza di tre artiste, l'attrice Daniela Poggi, la musicista Mariella Nava e la regista Stefania Porrino, che rifiutano di consegnare il femminicidio alla cronaca come tragica normalità. Lo spettacolo è resistenza culturale e indagine sociologica insieme: utilizza il palcoscenico per interrogare le radici profonde di una violenza che continua a insanguinare il presente, con quasi settanta casi registrati tra gennaio e ottobre del 2025.

L'opera si distacca deliberatamente dalla superficie degli eventi per addentrarsi nel rimosso, nell'inconscio collettivo di una società che stenta a maturare affettivamente. La sua forza risiede in una domanda tanto elementare quanto dirompente: e se l'uomo che uccide la propria compagna stesse in realtà cercando di annientare la figura materna? Questa ipotesi, audace e perturbante, diventa il perno di un'analisi che sposta lo sguardo dalle conseguenze alle origini, interrogando non solo la mascolinità tossica e l'incapacità di elaborare il rifiuto, ma anche il ruolo, spesso ambivalente, dell'educazione materna. Lo spettacolo esplora quel legame talvolta possessivo e morboso che può avvincere madre e figlio maschio, generando un cortocircuito affettivo destinato a manifestarsi tragicamente nelle relazioni adulte.

Daniela Poggi
La struttura drammaturgica, ispirata al Pianto della Madonna di Jacopone da Todi, mette in scena un dialogo di rara intensità tra due archetipi materni. Da una parte, Daniela Poggi incarna la madre di un femminicida, donna costretta a confrontarsi con l'abisso generato dal proprio sangue. Dall'altra, Mariella Nava, attraverso prosa e canto, dà voce alla madre di un ragazzo apparentemente "normale", un giovane che potrebbe essere chiunque. È in questo confronto che lo spettacolo acquista portata universale, costringendo  a una sospensione del giudizio. La domanda che la madre dell'assassino rivolge all'altra – "L'hai mai guardato veramente negli occhi? Stai attenta a tuo figlio, osservalo bene" – è un monito che attraversa la platea intera, invitandoci a guardare oltre la patina della normalità, a riconoscere i segnali di un disagio che la nostra società iper-performativa tende a occultare.

In questa architettura emotiva, la musica di Mariella Nava assume un ruolo coprotagonista. Le sue canzoni non sono mero intermezzo, ma controcanto dell'anima che dialoga con la prosa, amplificando dolore, speranza e dubbio. La musica diventa il linguaggio dell'inconscio, capace di raggiungere lo spettatore dove le parole non arrivano, trasformando l'esperienza teatrale in percorso di autocoscienza. Il teatro, con la sua capacità di mettere in scena il conflitto, si rivela laboratorio sociale e strumento terapeutico insieme, spazio protetto dove analizzare stereotipi e pregiudizi sedimentati.

Locandina Spettacolo Figlio non sei più giglio
Questa valenza sociale e preventiva illumina il senso profondo del sostegno offerto dalla Global Thinking Foundation. La fondazione, che promuove l'indipendenza economica come strumento di prevenzione, riconosce una verità fondamentale: la violenza fisica e quella economica sono due facce della stessa oppressione. La dipendenza economica è spesso la catena invisibile che impedisce a una donna di sottrarsi a un abuso, rendendola vulnerabile. Supportare un'opera come Figlio, non sei più giglio significa quindi attaccare il problema alla radice, investendo in un cambiamento culturale per affermare che non esiste libertà autentica senza autonomia economica ed emotiva. Significa contribuire a smantellare quel sistema di dipendenze materiali e culturali su cui la violenza prospera.

No, Figlio, non sei più giglio non offre risposte consolatorie. Al contrario, ci lascia addosso un'urgenza, quella di squarciare il velo di comoda normalità dietro cui si nasconde la nostra umanità disorientata. È uno spettacolo da cui non si esce indenni, ma con il bisogno quasi fisico di tornare a casa per guardare davvero negli occhi chi amiamo, per provare a decifrare un silenzio prima che diventi una voragine. Ci chiede di essere più che spettatori: ci chiede di essere custodi. Di farci carico del buio dell'altro, e del nostro, se vogliamo ancora chiamarci umani.

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Figlio non sei più giglio.
Teatro Manzoni, via Monte Zebio 14/c - Roma
Lunedì 10 novembre alle ore 18,
con Daniela Poggi e Mariella Nava, scritto e diretto da Stefania Porrino e prodotto da Bottega Poggi srls. 
Ingresso è a offerta libera.
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