#MeToo Francia: Inchiesta Parlamentare Svela Abusi Sistemici nel Cinema

Un'inchiesta parlamentare francese rivela abusi sessuali sistemici nel cinema e nella cultura. Il caso Depardieu e le nuove proposte di riforma.

 [di Alex M. Salgado]

Il rapporto shock denuncia una cultura dell'impunità alimentata dal "culto del talento", mentre il processo a Depardieu segna una possibile svolta.

Un'inchiesta parlamentare in Francia ha messo in luce una realtà sconcertante: la violenza morale, sessuale e sessista nel mondo del cinema, del teatro e della cultura del paese non è un fenomeno isolato, ma un problema "endemico", "sistemico" e "persistente". Il rapporto, frutto di mesi di lavoro e testimonianze, denuncia un ambiente dove, per troppo tempo, una sorta di "culto del talento" ha permesso che comportamenti abusivi rimanessero impuniti, giustificati in nome della creatività.

L'indagine, guidata dalla deputata Sandrine Rousseau, è stata avviata in seguito alle coraggiose accuse dell'attrice Judith Godrèche, che ha puntato il dito contro due registi per abusi subiti da adolescente, criticando l'inerzia dell'industria cinematografica. La sua testimonianza, insieme a quella di altre figure come Sara Forestier e star del calibro di Juliette Binoche e Jean Dujardin, ha contribuito a delineare un quadro preoccupante. Godrèche stessa ha lamentato "l'impunità" dilagante e "l'inazione" delle figure più potenti del settore.

Il caso più eclatante che simboleggia questa nuova ondata del movimento #MeToo in Francia è senza dubbio il processo a carico di Gérard Depardieu. L'icona del cinema francese è stata accusata di aggressione sessuale da due donne sul set di un film nel 2021. Durante il processo, sono emerse testimonianze dettagliate sulle presunte aggressioni, mentre Depardieu ha negato, attribuendo i suoi comportamenti a goliardia e lamentando l'eccessiva "correttezza politica" del "nuovo mondo", arrivando a definire il #MeToo "un terrore". Questo processo si inserisce in un contesto più ampio, con oltre venti donne che hanno accusato pubblicamente l'attore di violenza sessuale nel corso degli anni. Sebbene il verdetto fosse atteso per il 13 maggio (la data specifica potrebbe variare), il fatto stesso che una star di tale calibro sia stata chiamata a rispondere pubblicamente delle sue azioni davanti a presunte vittime segna, secondo molti osservatori, un cambiamento significativo nei rapporti di potere all'interno dell'industria.

In risposta a questa situazione, il rapporto parlamentare ha formulato 86 raccomandazioni concrete. Tra queste, spiccano misure per proteggere attori e minori: casting obbligatori in luoghi professionali e con più adulti presenti, l'introduzione di coordinatori di intimità per le scene di sesso, termini contrattuali più precisi per garantire il consenso informato e il divieto di sessualizzazione dei minori. Si propone anche di estendere i termini di prescrizione per la denuncia di abusi su minori. Queste proposte si aggiungono alle riforme già introdotte dall'ente cinematografico francese (CNC) negli anni precedenti, come corsi di formazione obbligatori e supporto legale e psicologico per le vittime, misure nate anche sulla scia di proteste come quella di Adèle Haenel ai César contro Roman Polanski e delle sue stesse accuse contro un altro regista.

Il percorso del #MeToo in Francia non è stato lineare. Inizialmente accolto con scetticismo da alcune figure di spicco, che lo vedevano come un'importazione "puritana" americana, il movimento ha gradualmente guadagnato terreno, portando a processi, condanne (come quella del regista Christophe Ruggia o dell'ex presidente del CNC Dominique Boutonnat) e a un ripensamento generale delle dinamiche lavorative sui set. Il caso Depardieu e l'inchiesta parlamentare rappresentano forse il culmine di questo processo di cambiamento, ancora in atto.

Ma in Italia invece cosa succede?