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Rob Reiner: tra il dolore di Hollywood, gli insulti shock di Trump e la furia di Kimmel.

Rob Reiner e Michele Singer uccisi a Los Angeles. Trump shock: "Colpa della sindrome anti-Trump". La risposta furiosa di Kimmel e il lutto del cinema.

Mentre Hollywood piange il suo gigante gentile, il circo politico trasforma il sangue in propaganda. Trump attacca, Kimmel morde, e il sogno americano muore in una villa addobbata per Natale.

[di Alex M. Salgado]

trump, reiner

Domenica pomeriggio, il sole della California illuminava South Chadbourne Avenue con quella luce perfetta che si vede solo nei film, ignaro che dietro i cancelli del blocco 200 si fosse appena consumato l'impensabile. Rob Reiner, l'uomo che ha dato un cuore pulsante alla commedia americana, e la sua compagna di vita Michele Singer, se ne sono andati. Non c'è stato nessun lieto fine, nessuna battuta sagace sussurrata prima dei titoli di coda. Solo la brutalità silenziosa di una tragedia domestica che ha lasciato il mondo del cinema orfano e stordito.

La scena descritta dai rapporti della polizia è un pugno nello stomaco. Niente effrazioni, niente ladri mascherati, solo la violenza intima e devastante delle lame. A trovare i corpi è stata la figlia Romy, costretta a guardare l'abisso spalancarsi nel salotto di casa. E mentre gli agenti stendevano il nastro giallo attorno a quelle decorazioni natalizie che ora sembrano macabri presagi, l'attenzione si è spostata su Nick Reiner. Il figlio trentaduenne, che anni fa aveva trasformato la sua lotta contro la tossicodipendenza nella sceneggiatura di Being Charlie, è ora in custodia, sospettato di aver reciso il legame con i genitori nel modo più definitivo e orribile possibile.

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Fuori, il pellegrinaggio dei disperati. Billy Crystal e Larry David si aggiravano davanti alla villa come spettri, con le facce scavate di chi vede crollare le fondamenta del proprio mondo. Reiner non era solo un regista; era l'architetto della nostra educazione sentimentale, da Stand by Me a Harry ti presento Sally. Perderlo così è come vedere bruciare una biblioteca.

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Ma in questa America polarizzata fino alla schizofrenia, nemmeno la morte garantisce una tregua. Mentre il coroner faceva il suo lavoro, Donald Trump ha deciso di trasformare il lutto in un comizio digitale su Truth Social. Con la delicatezza di un bulldozer, l'ex presidente ha sentenziato che Reiner, un "regista un tempo talentuoso ma tormentato", sarebbe morto a causa della rabbia provocata dalla sua "massiccia, inflessibile e incurabile afflizione nota come Sindrome da Derangement di Trump". Avete capito bene. Per il tycoon, le coltellate sono secondarie; la vera causa del decesso sarebbe l'opposizione politica. "Possa riposare in pace", ha aggiunto, con un sarcasmo che gela il sangue.

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A ripulire l'aria da questa tossicità ci ha pensato Jimmy Kimmel, forse l'unico rimasto a Hollywood con il fegato di urlare contro l'imperatore nudo. Durante il suo monologo, Kimmel ha definito il post di Trump odioso e vile, rifiutandosi di normalizzare la follia. "Quel cervello corroso è al comando delle nostre vite", ha tuonato il conduttore, ricordando che Rob avrebbe voluto esattamente questo: che continuassimo a segnalare le atrocità che escono dalla bocca di quell'uomo.

L'ironia finale, amara come il fiele, è che tutto questo accade nell'anno del ritorno trionfale di Reiner con Spinal Tap II. Il film, uscito a settembre, doveva essere una celebrazione della vita e della musica. Il sottotitolo, The End Continues, suona oggi come una profezia maligna. La fine continua, eccome. Continua nelle indagini della polizia, continua nel dolore di una famiglia distrutta, e continua nel rumore di fondo di un paese che sembra aver smarrito la propria anima, lasciando che un padre e una madre diventino munizioni per una guerra culturale anche dopo l'ultimo respiro.

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