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Leonardo DiCaprio: l’antieroe in accappatoio che combatte per salvare il cinema

DiCaprio svela a Deadline i retroscena del film con Paul Thomas Anderson, spiega perché rifiutò Boogie Nights per Titanic e parla del suo futuro.

Dalla rinuncia a "Boogie Nights" al set con Paul Thomas Anderson, fino ai nuovi progetti con Scorsese e Michael Mann: il divo racconta a Deadline la sua metamorfosi in "One Battle After Another" e la sfida contro lo streaming.

[di Alex M. Salgado]

C'è un momento in Una Battaglia Dopo l'Altra che cattura perfettamente la nuova fase di Leonardo DiCaprio. Il suo personaggio, Bob, un radicale ormai arrugginito che si trascina in un accappatoio logoro, si trova nel momento cruciale della storia e... non ricorda la password. "È diventata la mia intera identità: questa maledetta password!", racconta l'attore ridendo nell'intervista esclusiva a Deadline. È un dettaglio tragicomico voluto dal regista Paul Thomas Anderson, che trasforma una banale dimenticanza in un capolavoro di tensione narrativa.

Questa pellicola, che segna la prima, attesissima collaborazione tra i due, è il frutto di un set vivo, pulsante di creatività estemporanea. DiCaprio svela che alcune delle battute già divenute cult non erano nemmeno sul copione. Il grido "Viva la revolución!" è esploso spontaneamente durante una ripresa, così come il deferente "Thank you, Sensei" rivolto a Benicio del Toro. Proprio del Toro è stato un motore inarrestabile: "Sapevamo che c'era un solo Sensei in questo mondo", spiega DiCaprio, rivelando come il collega abbia inventato di sana pianta l'intero background del suo personaggio, immaginando un centro immigrazione clandestino gestito direttamente nel salotto di casa.

LEGGI LA NOSTRA RECENSIONE DEL FILM UNA BATTAGLIA DOPO L'ALTRA: Lo Specchio Infranto della Rivoluzione: L'America di P.T. Anderson tra Paranoia Sistemica e Ribellione Inefficace.

Ma vedere DiCaprio in vestaglia, stordito dalla marijuana e pigro, è solo l'ultimo atto di un percorso che l'attore definisce con lucidità cristallina: "È una maratona, non uno sprint". Parlando a Deadline, la star ha ripercorso le tappe che lo hanno portato a questa libertà artistica, affrontando senza filtri uno dei più grandi "what if" della storia del cinema moderno: la rinuncia al ruolo di Dirk Diggler in Boogie Nights per salire a bordo del Titanic.

Per anni si è detto che fosse il suo più grande rimpianto. DiCaprio chiarisce che, sebbene mancare l'occasione di lavorare con un giovane Anderson fosse un dolore "che nessuna somma di denaro può comprare", la decisione di onorare l'accordo con James Cameron è stata quella giusta. "Nessun rimpianto", afferma categorico. Il successo planetario di Titanic non è stato solo un trionfo al botteghino, ma la chiave di volta della sua esistenza professionale: "Essere in questa posizione incredibilmente fortunata non solo di aver fatto parte di quel film, ma di poter essere il direttore d'orchestra delle mie scelte da allora. Questo è stato il dono più grande".

È grazie a quella libertà che oggi può permettersi di aspettare decenni per il progetto giusto, evitando la sovraesposizione in un'epoca dominata dai social media. Il suo consiglio ai giovani attori è proprio questo: guardare alla carriera "tra 20, 30, 40, 50 anni" e costruire "mattoni che durino nel tempo". Una filosofia che lo ha portato a prediligere personaggi "imperfetti che ti fanno passare attraverso un tritacarne emotivo", come dimostra la sua lunga partnership con Martin Scorsese, con cui tornerà presto a lavorare in What Happens at Night, o la nuova avventura in Heat 2 con Michael Mann.

Oggi, guardando il suo Bob cercare goffamente di salvare la figlia senza trasformarsi in un supereroe tradizionale, vediamo il risultato di quella maratona. DiCaprio non ha bisogno di "fare il Tom Cruise" e lanciarsi dai tetti; gli basta la sua umanità, a volte patetica, a volte eroica. Come dice lui stesso del suo personaggio, "il solo atto di andare avanti, il solo atto di fare del proprio meglio è la vera forma di eroismo". E per uno che ha navigato dal ponte del Titanic fino al set in VistaVision di Anderson, andare avanti è l'unica direzione possibile.

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