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Hollywood brucia e Netflix suona il violino: cronaca di un massacro culturale da 82 Miliardi

Netflix compra Warner: le reazioni furbiose di WGA e Paramount, il terrore degli esercenti e l'impatto in Italia. Analisi di un terremoto mediatico.

Mentre Sarandos stappa lo champagne sui cadaveri della concorrenza, dai sindacati americani agli esercenti italiani si alza un coro di terrore puro. Benvenuti nell'era del Monopolio Rosso.

[di Alex M. Salgado]

Netflixwood

Il fumo non si è ancora diradato sopra le colline di Hollywood e già si sentono le urla. Non sono urla di gioia, a meno che tu non sia un azionista di Warner Bros. Discovery che ha appena visto il proprio portafoglio resuscitare grazie a un'iniezione letale di contanti. No, quello che sentite è il suono di un'industria che si accorge di essere appena stata ingoiata intera da un mostro che fino a ieri spediva DVD per posta. L'affare da 82,7 miliardi di dollari è ufficiale, e la reazione globale è un misto di panico, rabbia e avvocati che affilano i coltelli.

LEGGI LA NOTIZIA: Il grande squalo rosso ha mangiato Hollywood: Netflix e Warner Bros. firmano il patto d'acciaio da 82 Miliardi

La Rivolta delle Corporazioni

"Bloccate Tutto!" Se pensavate che gli scioperi del 2023 fossero stati brutali, aspettate di vedere cosa succede ora. La Writers Guild of America (WGA) non ha usato mezzi termini o giri di parole diplomatici. Hanno guardato la bestia negli occhi e hanno sputato una sentenza definitiva: "Questa fusione deve essere bloccata". Per gli sceneggiatori, vedere il più grande servizio di streaming del mondo divorare uno dei suoi storici rivali non è business, è un crimine contro la creatività. "Il risultato eliminerà posti di lavoro, ridurrà i salari e diminuirà la diversità dei contenuti", tuonano dai loro uffici di Los Angeles. È la paura del Monopsonio, una parola che suona come una malattia venerea e che in economia significa: c'è un solo compratore in città e se non gli piaci, sei morto.

Anche la SAG-AFTRA, il sindacato degli attori, guarda al portafoglio di Ted Sarandos con il sospetto di chi teme di essere pagato in visibilità. La loro richiesta è semplice ma disperata: "Un accordo deve tradursi in più produzione, non meno". Ma sappiamo tutti come finiscono queste sinergie: con un sacco di dirigenti licenziati e meno film approvati.

Il Pianto Greco (e Americano) delle Sale 

Spostiamoci nelle trincee dei cinema, dove l'odore dei popcorn si mescola a quello della paura. Cinema United (l'associazione degli esercenti USA) ha definito l'operazione una "minaccia senza precedenti". Michael O'Leary, il loro capo, ha praticamente recitato il requiem per la sala buia: "Il modello di business di Netflix è l'opposto dell'esibizione cinematografica. I cinema chiuderanno, le comunità soffriranno". Immaginate un mondo dove il prossimo Batman debutta sul vostro iPad mentre siete in bagno. Ecco, questo è l'incubo che tiene svegli i proprietari dei multiplex.

Paramount: L'Amante Tradita 

E poi c'è la commedia umana. David Ellison e la sua Paramount Skydance, lasciati all'altare, stanno facendo una scenata degna di una soap opera. Hanno inondato il board di Warner di lettere legali accusando tutti di processo truccato e sabotaggio attivo. Sostengono che Warner abbia flirtato con l'Unione Europea per farsi dire di no a Paramount, solo per poter scappare con Netflix. È il lamento di chi aveva i soldi ma non il fascino algoritmico del gigante rosso.

E in Italia? Tra Sogni Infranti e Silenzi Tattici 

Mentre il mondo trema, in Italia la situazione è grottesca e affascinante. Immaginate Alessandro Araimo, il boss di Warner Bros. Discovery per il Sud Europa. Fino a ieri pianificava di lanciare la piattaforma Max in grande stile per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Ora? Quel piano rischia di finire nel cestino insieme ai vecchi script. Se Netflix si prende tutto, il lancio italiano di Max diventa inutile come un condizionatore in Antartide.

Le associazioni nostrane, come 100autori, si trovano in una posizione curiosa. Da un lato hanno appena festeggiato un accordo storico con Netflix per i diritti d'autore, dall'altro guardano a questa fusione come il coniglio guarda i fari del camion. Meno competizione significa meno porte a cui bussare per vendere una serie. E l'ANEC (gli esercenti italiani)? Tremano. Se i film di Harry Potter spariscono dalle sale per finire in streaming, per i cinema italiani sarà un'altra Apocalisse, dopo quella del Covid.

Conclusione: Il Grande Monopolio dello Spettacolo 

Siamo di fronte al crepuscolo della vecchia Hollywood. Ted Sarandos promette di essere un imperatore benevolo, di amare il cinema, di "intrattenere il mondo". Ma i politici, da Bernie Sanders ai Repubblicani pro-Trump, stanno già caricando i cannoni dell'Antitrust. Questa non è solo un'acquisizione. È una scommessa da 82 miliardi sul fatto che il futuro della cultura mondiale sarà deciso da un unico algoritmo nella Silicon Valley. E se non vi piace, beh, non ci sono altri canali da cambiare.

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