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Furto al Louvre, il report è una farsa: Sicurezza deplorevole. I ladri erano dilettanti.

L'audit sul furto al Louvre svela la negligenza: sistemi inadeguati e un terzo delle sale senza telecamere. I ladri erano dilettanti.

L'audit sul colpo da 88 milioni svela la negligenza del museo: un terzo delle sale senza telecamere. I colpevoli? "Piccoli criminali" che hanno perso parte del bottino.

[di Mina Jane]

osho louvre

È arrivato il conto, ed è salato. Non parliamo degli 88 milioni di euro di gioielli svaniti dal Louvre  – quelli, a quanto pare, sono ancora dispersi. Parliamo del conto della credibilità. Il 6 novembre è stato pubblicato l'attesissimo report dell'istituto di revisione francese sul furto di ottobre, e la conclusione è, per usare le parole del capo revisore Pierre Moscovici, un "assordante campanello d'allarme".   

Per settimane, l'immaginario collettivo ha dipinto gli autori del colpo come geni del crimine, agili acrobati in stile Thomas Crown che avevano umiliato il museo più famoso del mondo. La realtà, emersa dalle indagini e confermata dalla procuratrice di Parigi, Laure Beccuau, è decisamente meno affascinante e molto più imbarazzante. I responsabili non appartenevano affatto ai vertici della criminalità organizzata. Erano, molto semplicemente, piccoli criminali locali..   

La loro presunta genialità si è rivelata essere improvvisazione. Questi ladri "della domenica", pur agendo in pieno giorno , si sono distinti per aver lasciato tracce di DNA e attrezzi sulla scena. Come se non bastasse, nella fretta sono riusciti a perdere il pezzo più prezioso della refurtiva, la corona dell'Imperatrice Eugenia, facendola cadere durante la fuga.   

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Se un'operazione così amatoriale è riuscita, la domanda sorge spontanea: come è stato possibile? La risposta del report è impietosa e punta il dito contro un solo colpevole: la negligenza istituzionale. L'audit critica aspramente un ritmo deplorevolmente inadeguato nell'aggiornamento dei sistemi di sicurezza del Louvre. La vulnerabilità del museo non era un segreto, ma un problema procrastinato. Il dato che trasforma questo dramma in una farsa è contenuto in un rapporto ottenuto in anteprima: la videosorveglianza era completamente assente in circa un terzo delle sale espositive del museo.   

Mentre il mondo dell'arte discute di estetica, il Louvre ha dimenticato le basi della logistica. I ladri non hanno avuto bisogno di essere professionisti perché l'istituzione stessa ha fallito nel suo compito più elementare. Questo "assordante campanello d'allarme"  risuona ben oltre Parigi, ponendo un quesito fondamentale a ogni museo del mondo: a cosa serve custodire la bellezza, se poi ci si dimentica di chiudere a chiave?

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