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Oasis a Cardiff 2025: Cronaca di una Reunion Biblica tra Trionfo Sonoro e Tregua Armata

Recensione del concerto reunion degli Oasis a Cardiff del 4 luglio 2025. Analisi della performance, scaletta, momenti top e flop della storica serata

Sedici anni dopo, i fratelli Gallagher tornano sul palco per la prima data del tour "Oasis Live '25". Un evento monumentale che ha superato le più rosee aspettative musicali, pur lasciando intravedere le crepe di una riconciliazione ancora fragile.

[di Sean Dags]

Oasis - foto da IG ufficiale.

"I cannoni hanno taciuto. Le stelle si sono allineate. La grande attesa è finita". Con queste parole proiettate su schermi giganti, il 4 luglio 2025 gli Oasis hanno trasformato un semplice concerto in un evento storico. Il Principality Stadium di Cardiff non ha ospitato una mera performance, ma il culmine di 16 anni di faide pubbliche, speculazioni mediatiche e un'attesa quasi religiosa. E il verdetto è inequivocabile: per due ore, la musica ha trionfato sulla faida, consegnando ai fan l'esperienza che sognavano da più di un decennio, in un'operazione che è stata tanto un rito collettivo quanto una lezione magistrale di gestione della propria eredità artistica.

Un'Onda d'Urto Culturale ed Economica

La reunion si è manifestata innanzitutto come un'onda d'urto culturale ed economica senza precedenti. Nei giorni precedenti al concerto, Cardiff si è trasformata in meta di un pellegrinaggio globale, con fan provenienti dagli Stati Uniti a Taiwan che hanno invaso le strade della capitale gallese. Un mare di parka e cappelli da pescatore, con un'atmosfera più simile a una partita di Coppa del Mondo che a un concerto rock. L'impatto economico sulla città è stato stimato in quasi 27 milioni di sterline, a testimonianza di come l'evento sia stato un vero e proprio pacchetto di stimolo economico mascherato da rock and roll.

Il Suono: Una Tempesta "Biblica"

Sul palco, la band si è presentata in una formazione che rappresenta un manifesto della sua intera storia: i fratelli Gallagher, le chitarre storiche di Paul "Bonehead" Arthurs e Gem Archer, Andy Bell al basso e, sorpresa cruciale, il nuovo batterista americano Joey Waronker. Il risultato è stato un suono potente e grezzo, un muro sonoro fragoroso amplificato dal tetto chiuso dello stadio. Waronker si è rivelato una scelta ispirata, infondendo una potenza muscolare che ha ricordato l'energia grezza del 1994. Ma il vero punto interrogativo della vigilia – la tenuta vocale di Liam Gallagher – è stato spazzato via da una prestazione sbalorditiva, fresca e potente, capace di dominare il palco azzannando i testi come un leone che sbrana la sua preda.

La Scaletta: Un Viaggio nella "Fase Imperiale"

I fratelli Gallagher - Cardiff 2025
La scaletta di 23 brani è stata una dichiarazione d'intenti: un viaggio accuratamente curato nel cuore della loro "fase imperiale", attingendo quasi esclusivamente dai primi due album Definitely Maybe e (What's the Story) Morning Glory? e dalla raccolta di B-side The Masterplan. L'apertura con Hello, seguita dalla simbolica Acquiesce con il suo verso "Because we need each other / We believe in one another", è stata una mossa geniale, carica di significato per chi conosceva la storia dei fratelli.

L'energia è letteralmente esplosa su inni come Cigarettes & Alcohol e Rock 'n' Roll Star, mentre un picco di pura emozione è stato raggiunto con Live Forever, dedicata al calciatore del Liverpool Diogo Jota, tragicamente scomparso, con una toccante immagine proiettata sugli schermi. Il finale – una sequenza perfetta di The Masterplan, Don't Look Back in Anger, Wonderwall e Champagne Supernova – ha trasformato lo stadio in un rito di comunione collettiva, con 74.000 persone che cantavano all'unisono.

Le Ombre della Reunion: Tregua Armata

Tuttavia, un'analisi critica non può ignorare le sfumature e le criticità di questa reunion tanto attesa. Sebbene l'ingresso mano nella mano sia stato un gesto simbolico potente, la dinamica tra i fratelli sul palco è apparsa più come una tregua armata professionale che una calda riconciliazione. Per due ore, i due si sono tenuti a distanza senza mai rivolgersi direttamente la parola, con Noel concentrato sulla chitarra. Questa freddezza suggerisce che la pace, per ora, è funzionale allo show, ma forse ancora fragile. Anche la scaletta, pur potentissima, ha mostrato alcune crepe. La sezione acustica centrale guidata da Noel, con l'inclusione di Little by Little dall'album Heathen Chemistry del 2002, è sembrata leggermente incongrua in un set così saldamente ancorato agli anni '90. Questa scelta, unita all'esclusione quasi totale di un intero decennio di musica post-millennio, ha rappresentato un'occasione mancata per mostrare un'evoluzione artistica più completa, presentando una versione parzialmente sterilizzata della loro storia. 

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Definitivamente, Forse... Di Nuovo

Al termine di questa serata storica, una verità emerge cristallina: quando 74.000 persone cantano Don't Look Back in Anger all'unisono sotto il cielo di Cardiff, tutto il resto – le faide, i silenzi, le tensioni irrisolte – si dissolve nella magia pura del rock and roll. Gli Oasis hanno regalato qualcosa di più di un semplice concerto: hanno ricucito uno strappo nel tessuto della cultura musicale britannica, restituendo ai fan non solo le canzoni che li hanno accompagnati per una vita, ma anche la sensazione di appartenere a qualcosa di più grande.

Certo, la reunion porta con sé le sue imperfezioni – la distanza tra i fratelli e quella sensazione di tregua armata che aleggia sul palco. Ma forse è proprio questo che la rende così umana, così autentica. Non è stata la reunion del caos romantico che li rese leggendari, bensì quella di due professionisti che hanno messo da parte l'orgoglio per servire qualcosa di più grande: la musica che ha definito una generazione.

I cannoni hanno davvero taciuto quella notte a Cardiff, sostituiti da un muro del suono che ha fatto tremare non solo le fondamenta dello stadio, ma anche i cuori di chi credeva che alcuni sogni fossero destinati a rimanere tali. E mentre la strada davanti ai fratelli Gallagher resta lastricata di incognite, una cosa è certa: per due ore magiche, gli Oasis sono tornati a casa. Definitely, maybe... again.

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