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Kevin Spacey a Cannes: Emozione, Blacklist e un Ritorno Sotto i Riflettori

Kevin Spacey riceve un premio a Cannes tra commozione e applausi. Discorso su blacklist, giustizia e il suo ritorno al cinema dopo le assoluzioni.

L'attore, due volte premio Oscar, visibilmente commosso al Better World Fund Gala, ha rotto il silenzio sul suo allontanamento da Hollywood, evocando la storia della "lista nera" e ringraziando per il "coraggioso" riconoscimento dopo le recenti assoluzioni.

[di Redazione]

Cannes – Sotto le luci della Croisette, in un'atmosfera sospesa tra emozione e tensione, Kevin Spacey è tornato ufficialmente al centro della scena internazionale. Martedì 20 maggio, durante il gala della Better World Fund—evento collaterale del Festival di Cannes—l'attore due volte premio Oscar ha ricevuto un premio alla carriera che segna un momento storico: la sua prima grande apparizione pubblica dopo l'assoluzione dalle accuse di aggressione sessuale e il primo ritorno sulla celebre passeggiata francese dopo quasi un decennio di assenza forzata.

Il riconoscimento, assegnato l'anno precedente a Juliette Binoche (attuale presidente di giuria del Festival), ha acquisito quest'anno una valenza simbolica particolare. Manuel Collas de La Roche, presidente della Better World Fund, ha presentato Spacey come incarnazione del "potente legame tra arte e influenza", ma è stato l'attore stesso a conferire alla serata il suo carattere più intenso e controverso.

Visibilmente commosso, Spacey ha pronunciato un discorso lungo e appassionato che ha attraversato registri diversi: dalla gratitudine all'amarezza, dalla nostalgia alla polemica. 

"Ringrazio Manuel Collas de La Roche per la decisione di invitarmi qui stasera ad accettare questo premio", ha esordito, per poi aggiungere con una punta di ironia amara che ha attraversato la sala come una lama: "Chi avrebbe mai pensato che onorare qualcuno che è stato assolto in ogni aula di tribunale in cui si è presentato sarebbe stato considerato un atto di coraggio? Eppure eccoci qui".

Il cuore del suo intervento è stato un parallelo tanto toccante quanto polemico tra la sua recente estromissione da Hollywood e la famigerata "lista nera" del maccartismo. Con la voce che tradiva l'emozione, Spacey ha evocato la figura di Kirk Douglas e la sua coraggiosa decisione di assumere lo sceneggiatore Dalton Trumbo per Spartacus nel 1960, nonostante questi fosse stato bandito dall'industria per tredici lunghi anni. "Kirk Douglas si assunse quel rischio", ha ricordato l'attore, sottolineando come, oltre a Trumbo e ai celebri Dieci di Hollywood (un gruppo di professionisti del cinema statunitense che, nel 1947, durante le indagini della Commissione per le attività antiamericane (HUAC) sull'influenza comunista nell'industria cinematografica, si rifiutarono di testimoniare, appellandosi al Primo Emendamento della Costituzione americana che garantisce la libertà di parola e di associazione), altri "475 professionisti dell'industria cinematografica videro le loro vite distrutte da false accuse durante quel lungo periodo oscuro".

L'analogia storica ha aperto la strada a critiche più contemporanee. Spacey non ha risparmiato attacchi alla Writers Guild of America (WGA) per aver punito lo sceneggiatore Tim Doyle nel 2023 a causa di un'immagine postata sui social durante lo sciopero—una censura successivamente ritirata dalla stessa organizzazione. "La storia si ripete, ma solo se glielo permettiamo", ha ammonito con tono grave, lasciando aleggiare nell'aria una domanda implicita sul presente dell'industria cinematografica.

Nonostante gli anni difficili, che lo hanno visto lavorare principalmente su progetti indipendenti finanziati all'estero, l'attore ha mostrato sul red carpet un volto più sereno: "Mi sento circondato da tanto affetto e amore. È molto bello essere tornato". Un momento particolarmente toccante è stato il suo omaggio a Evan Lowenstein, manager e amico da 26 anni, definito "il mio migliore amico" e riconosciuto come figura chiave nel superare i momenti più bui, aiutandolo a imparare a cercare la comprensione invece del giudizio.

La serata, arricchita da un'asta di beneficenza alla quale Spacey ha partecipato attivamente—arrivando persino a sollecitare offerte dal pubblico—è stata orchestrata dai produttori del thriller cospirazionista britannico The Awakening, primo film da protagonista dell'attore dopo anni di silenzio, attualmente in cerca di distributori al Marché du Film

Il suo discorso si è concluso con una citazione che suona come una dichiarazione d'intenti, presa in prestito dall'amico Elton John: "I'm still standing" ("Sono ancora in piedi"). Parole che, nell'atmosfera carica di emozione della serata cannense, hanno risuonato come un manifesto di resistenza e, forse, di rinascita artistica.

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