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#CopyOrRight: SIAE Scende in Campo Contro l'AI per Difendere il Diritto d'Autore

Analisi della campagna #CopyOrRight di SIAE contro l'uso illegittimo di opere per AI. Focus su DDL IA act, trasparenza e futuro del copyright

La campagna SIAE per opt-out e trasparenza nel training AI sfida il DDL italiano e l'AI Act. Quale futuro per la creatività umana?

[di Alessandro Massimo]

"Se bastano un prompt e un click, cosa resta dell'autore?" Questa domanda, tanto diretta quanto provocatoria, lanciata dalla Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE), cristallizza l'inquietudine che attraversa il mondo creativo di fronte all'inarrestabile avanzata dell'intelligenza artificiale generativa. L'AI, capace di creare testi, immagini e musica in pochi istanti, pone una sfida senza precedenti ai pilastri del diritto d'autore, spingendo SIAE a lanciare la campagna di sensibilizzazione #CopyOrRight. L'obiettivo? Proteggere la creatività umana in un'era dominata dagli algoritmi.   

La campagna #CopyOrRight è stata inaugurata il 23 aprile 2025 in occasione della Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d'Autore e anniversario della fondazione di SIAE. Una scelta che ribadisce come la battaglia non sia solo tecnologica, ma tocchi le radici stesse della tutela della creatività. Viviamo in un momento di grande fermento legislativo: a livello europeo, l'AI Act (Reg. UE 2024/1689) ha tracciato un primo quadro normativo, mentre in Italia è in discussione il Disegno di Legge (DDL) sull'intelligenza artificiale (AS 1146 / AC 2316). È proprio su questo DDL che SIAE concentra le sue pressioni, cercando di rafforzare le tutele per gli autori italiani. 

Il cuore del problema, evidenziato dalla campagna, risiede nell'addestramento delle intelligenze artificiali. Spesso, questi modelli vengono "nutriti" con immense quantità di opere protette da copyright – libri, immagini, musiche – senza che i titolari dei diritti ricevano alcuna autorizzazione né compenso. "Le IA generative si addestrano su opere protette senza chiedere il permesso", denuncia SIAE, sottolineando come gli autori si trovino oggi con "strumenti limitati per difendere il proprio lavoro". Il rischio concreto è la svalutazione dell'ingegno umano, qualora le creazioni algoritmiche fossero equiparate a quelle nate dalla mente e dal cuore degli artisti. SIAE traccia una linea invalicabile: "La creatività non è un algoritmo". Questa affermazione non è una mera dichiarazione di principio, ma rivendica il valore intrinseco e la necessità di remunerazione del lavoro creativo umano, fondamento stesso del diritto d'autore che richiede un'impronta umana. 

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Le richieste di SIAE al legislatore italiano sono chiare e si focalizzano su due cardini: trasparenza e diritto di opposizione (opt-out). Si chiede un meccanismo di opt-out rafforzato, che permetta agli autori di negare preventivamente ed efficacemente l'uso delle proprie opere per l'addestramento AI. L'attuale sistema, basato sull'articolo 70-quater della Legge sul Diritto d'Autore (derivato dalla Direttiva UE Copyright), è ritenuto troppo debole e concepito prima dell'esplosione dell'AI generativa. SIAE propone che, in caso di opt-out, l'uso per il training richieda un'autorizzazione scritta esplicita. Parallelamente, si esige trasparenza: i fornitori di modelli AI dovrebbero essere obbligati a pubblicare una sintesi dettagliata dei contenuti utilizzati per addestrare i loro sistemi, in linea con quanto già previsto dall'AI Act europeo. Questo permetterebbe ai titolari dei diritti di verificare eventuali violazioni.

Per rendere tangibile la questione, SIAE ha lanciato anche una call to action creativa, invitando artisti e pubblico a usare l'AI per trasformare una propria foto in stile anime, ma "marchiandola" con l'etichetta #CopyOrRight per simboleggiare la natura di copia dell'output. Un modo per usare lo strumento stesso dell'AI per evidenziarne i rischi e stimolare la riflessione sull'originalità nell'era digitale.   

In definitiva, #CopyOrRight ci sbatte in faccia la domanda fondamentale del nostro tempo: "come far convivere la dirompente innovazione dell'intelligenza artificiale con la salvaguardia del diritto d'autore, quel patto sociale nato per nutrire l'ingegno umano?" Trovare un equilibrio normativo che promuova uno sviluppo etico dell'AI senza soffocare chi crea cultura non è solo una sfida tecnica, ma una scelta di civiltà. È in gioco, come ricorda SIAE, "il futuro della cultura italiana". E quella domanda, "Cosa resta dell'autore?", continua a vibrare nell'aria, un monito potente a definire, ora più che mai, il valore irriducibile della scintilla creativa umana nel nuovo mondo che stiamo costruendo.

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