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Cara città, abbracciami: il nuovo MACRO riapre e rimette Roma al centro

Dall'11 dicembre riapre il MACRO di Roma con Cristiana Perrella. In programma la mostra UNAROMA, i 25 anni di Dissonanze e il nuovo cinema.

Sotto la direzione di Cristiana Perrella, il museo di via Nizza inaugura una stagione che intreccia arti visive, cinema, musica e urbanistica. Dall’11 dicembre, quattro mostre e un nuovo cinema celebrano le energie della Capitale.

[di Mina Jane]

Macro

Roma torna a guardarsi allo specchio, e lo fa attraverso le vetrate e gli spazi rinnovati del suo museo contemporaneo per eccellenza. L’11 dicembre 2025 segna una data cruciale per il sistema culturale capitolino: riapre il MACRO, inaugurando la direzione artistica di Cristiana Perrella con un programma che promette di essere una dichiarazione d’amore critica e appassionata alla Città Eterna. Il titolo scelto per questa nuova stagione, Cara città (abbracciami), tratto da un verso del poeta Alberto Dubito, suona come un’esortazione radicale e gentile affinché comunità e istituzione tornino a stringersi in un dialogo fertile.

La visione che guida questo nuovo corso immagina il museo come un organismo permeabile, capace di respirare all'unisono con il tessuto urbano. Cristiana Perrella descrive il MACRO come «un organismo composito, flessibile e accogliente, capace di respirare insieme alla città e di restituirne il ritmo, le contraddizioni e le potenzialità». L'obiettivo è trasformare via Nizza in un luogo dove l'arte, la musica, il cinema e il pensiero si intrecciano, generando forme nuove di dialogo che riflettono la complessità di Roma proiettandola verso una dimensione internazionale.

UNAROMA
Il cuore pulsante di questa ripartenza è la maxi-collettiva UNAROMA, curata da Perrella insieme a Luca Lo Pinto. La mostra si dipana come un lungo piano sequenza cinematografico, occupando il piano terra con un ideale green screen che fa da sfondo alle opere di oltre settanta artisti, restituendo l’immagine di una scena ibrida e intergenerazionale. Il progetto supera la staticità espositiva articolandosi in tre tempi: Set, la mostra vera e propria; Live, che animerà il primo piano con performance e concerti; e Off, una sezione diffusa che coinvolge gli spazi indipendenti della città, da Spazio In Situ a Post Ex, riconoscendo il valore fondamentale delle realtà che operano dal basso.

One Day You'll Understand. 25 anni da Dissonanze.
Parallelamente, il museo compie un'operazione di storicizzazione necessaria con One Day You'll Understand. 25 anni da Dissonanze. La mostra ripercorre l'epopea del celebre festival che, tra il 2000 e il 2010, ha trasformato Roma in un crocevia globale per la musica elettronica e la cultura digitale. Attraverso un vasto archivio visivo e sonoro, si ricostruisce lo spirito pionieristico di un'esperienza che ha saputo abitare luoghi simbolici, dall'Ara Pacis alla Cappa Mazzoniana della Stazione Termini, fondendo suono e architettura.

Abitare le rovine del presente
L'indagine sulla città si allarga alle sue trasformazioni sociali e urbanistiche con Abitare le rovine del presente, a cura di Giulia Fiocca e Lorenzo Romito (Stalker). Il progetto, derivato dal lavoro presentato al Padiglione Austria della Biennale di Architettura 2025, esplora i processi di rigenerazione spontanea e le strategie di adattamento che hanno rimodellato parti di Roma, raccontando pratiche di resilienza e riutilizzo degli spazi. A completare il quadro espositivo, il video di Jonathas de Andrade, Sorelle senza nome, commissionato da Conciliazione 5, che tesse un filo tra il Brasile e Roma raccontando una comunità di suore che ha fatto della Capitale la propria casa per sfuggire alla dittatura, continuando un'azione laica a favore degli oppressi.

La novità strutturale più rilevante è forse l’apertura del cinema del MACRO, concepito come infrastruttura permanente. La rassegna inaugurale Cine-città, curata in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia, offrirà ogni venerdì incontri con registi emergenti e ogni domenica proiezioni di grandi autori legate alla rappresentazione di Roma, consolidando la vocazione multidisciplinare del polo.

Le istituzioni sottolineano con forza il valore civico di questa riapertura. Il Sindaco Roberto Gualtieri evidenzia come il museo voglia «rafforzare la propria identità ibrida, aperta alle molteplici forme dell'arte contemporanea», arricchendo l'offerta con nuovi servizi come bar, sala studio e spazi performativi. Gli fa eco l'Assessore alla Cultura Massimiliano Smeriglio, che vede nel MACRO un generatore di «partecipazione e comunità», un presidio pubblico che si innesta nell'infrastruttura culturale cittadina. Anche Marco Delogu, Presidente di Azienda Speciale Palaexpo, ribadisce il ruolo del museo nel «sostenere quelle comunità creative che rendono Roma una capitale culturale viva e complessa».

Per celebrare questo nuovo inizio, il museo accoglierà il pubblico con un weekend di festa a ingresso gratuito dall'11 al 14 dicembre, estendendo la gratuità della programmazione cinematografica fino al 4 gennaio 2026. Un invito esplicito a riappropriarsi di uno spazio che vuole essere, nelle parole della direttrice, «un luogo che riflette la complessità della città».

info: MACRO

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