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Luce contro Pietra: il duello finale tra Bellini e Mantegna alla Ca’ d’Oro

La Pietà di Bellini restaurata incontra Mantegna alla Ca' d'Oro. Un viaggio tra arte, storia e rivalità nel Rinascimento veneto.

Dopo un restauro rivelatore finanziato da Venetian Heritage, la Pietà di Rimini torna a splendere alla Ca' d'Oro in un confronto inedito con il San Sebastiano di Mantegna. Storia di una rivalità familiare che ha plasmato il Rinascimento. 

[di Mina Jane]

C’è un momento preciso in cui la storia dell’arte smette di essere un elenco di date per diventare una questione di sangue e temperamento. Accade quando si mettono uno accanto all’altro Giovanni Bellini e Andrea Mantegna. Da venerdì 21 novembre, la Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro offre questa opportunità rara, ospitando un dialogo silenzioso ma potentissimo tra due cognati che si sono spiati, ammirati e sfidati per tutta la vita.

Al centro della scena c’è la Pietà di Giovanni Bellini, un capolavoro che torna a Venezia dopo quasi ottant’anni di assenza. L’opera arriva dal Museo della Città di Rimini, ma è un oggetto diverso da quello che conoscevamo. Grazie all’intervento finanziato dalla Fondazione Venetian Heritage e realizzato dal consorzio C.B.C., la tavola si è liberata della patina giallastra e ossidata che ne soffocava la voce da decenni. Il restauro ha compiuto il miracolo di restituire la temperatura emotiva originale: il rosa freddo dell’incarnato di Cristo, la luminosità liquida degli occhi degli angeli, quella particolare luce veneziana che non colpisce gli oggetti ma li avvolge.

San Sebastiano di Andrea Mantegna
San Sebastiano di Andrea Mantegna
L’operazione culturale curata da Toto Bergamo Rossi e Giovanni Sassu va oltre il recupero conservativo. Posizionando la Pietà accanto al San Sebastiano di Andrea Mantegna, custodito permanentemente alla Ca’ d’Oro, la mostra materializza lo scontro tra due visioni del mondo antitetiche.

Per capire la portata di questo confronto bisogna tornare al 1453, l’anno in cui Andrea Mantegna sposa Nicolosia Bellini. Non è solo un matrimonio, è la fusione di due universi. Da una parte c’è Padova, la città di Mantegna, dominata dal culto per l’antico, per la pietra, per una linea dura e incisiva che scolpisce le figure come fossero statue romane. Dall’altra c’è Venezia, il regno dei Bellini, dove la luce e il colore costruiscono lo spazio e ammorbidiscono i contorni.

Guardando il San Sebastiano di Mantegna esposto in laguna, si percepisce la tensione eroica di un corpo che resiste al dolore con la fermezza del marmo. Ogni muscolo è definito da un segno grafico netto, quasi metallico. È la pittura che cerca di farsi scultura, che sfida l’eternità attraverso la durezza della forma. Mantegna è l’uomo della logica, della prospettiva rigorosa, dell’archeologia.

Spostando lo sguardo sulla Pietà di Bellini, il registro cambia radicalmente. Giovanni assorbe la lezione strutturale del cognato, impara a costruire i volumi, ma poi compie il tradimento necessario a ogni grande artista: inonda tutto di sentimento. Il suo Cristo morto non è un eroe di pietra, ma un uomo in carne e ossa, abbandonato in una sofferenza che chiede compassione. I quattro angeli che lo sorreggono (figure straordinarie che il restauro ha rivelato nella loro struggente bellezza infantile) non sono statue, ma presenze vive, tremanti.

La mostra dossier della Ca’ d’Oro ci permette di vedere come Giovanni Bellini abbia preso la struttura solida di Mantegna per poi scioglierla nella luce dorata della laguna. È la vittoria del colore sul disegno, dell’atmosfera sulla geometria, dell’emozione sull’intelletto.

Questo evento segna solo l’inizio di un percorso internazionale. Dopo la tappa veneziana, che si concluderà il 6 gennaio 2026, il dialogo si sposterà oltreoceano alla Morgan Library & Museum di New York, per poi tornare definitivamente a Rimini in primavera. È una strategia che proietta il patrimonio locale in una dimensione globale, trasformando un restauro in un evento di diplomazia culturale.

In queste settimane, nelle sale gotiche affacciate sul Canal Grande, assistiamo alla sintesi perfetta del Rinascimento settentrionale. Vediamo come la rivalità tra due geni non abbia prodotto fratture, ma un arricchimento reciproco che ha cambiato per sempre il corso della pittura occidentale. Mantegna ha insegnato a Bellini come stare in piedi; Bellini ha insegnato a Mantegna che anche le statue, talvolta, possono piangere.

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