Castello Errante: un cinema che attraversa confini, territori e generazioni

Scopri Castello Errante, la residenza che unisce Italia e America Latina. Un modello di cinema collettivo e formazione presentato all'IILA.

Presentata all’IILA la nuova edizione della residenza internazionale: un modello di formazione orizzontale che unisce giovani cineasti nel borgo di Capranica.

[di Betty Sellers]

C’è ancora spazio per un cinema che non sia solo industria, ma gesto collettivo, atto di libertà, costruzione di futuro? A giudicare dall’energia e dalla complessità emerse durante la presentazione del 27 novembre all’IILA, la risposta è sì. In quella sala, davanti a rappresentanti istituzionali, produttori, partecipanti e pubblico, si è respirata la vitalità di un progetto che da nove edizioni continua a sorprendere per la sua forza creativa e per il modo in cui sa unire mondi, esperienze e saperi. Castello Errante, residenza internazionale del cinema per giovani cineasti italiani e latinoamericani, è molto più di una scuola o di un laboratorio: è un organismo vivente, in cui la formazione diventa esperienza, la produzione si fa relazione, la promozione diventa voce politica.

Ad aprire l’incontro è stata Claudia Barattini, Segretaria Culturale dell’IILA, che ha sottolineato il valore strategico di questa residenza, capace di costruire un ponte reale e continuo tra l’Italia e l’America Latina. A seguire, Adele Dell’Erario, fondatrice e direttrice del progetto, ha tracciato con lucidità il percorso di Castello Errante, nato con un’incoscienza feconda che oggi è diventata visione strutturata. Fare cinema, ha ricordato, è ancora un atto di libertà, e la libertà, in questo caso, ha il volto di ragazze e ragazzi che attraversano i confini per costruire insieme qualcosa che non esisteva prima.

Accanto a lei, Francesco Virga, produttore e presidente di Doc/it, ha posto l’accento sull’importanza di un’esperienza come questa per l’intero ecosistema del cinema indipendente: un’esperienza che crea opere, ma anche professionalità, sguardi nuovi, modalità etiche di lavorare. Il senatore Francesco Verducci, presente in sala, ha parlato con chiarezza del valore politico del progetto, sottolineando come, in un tempo segnato da chiusure e conflitti, Castello Errante rappresenti un esempio concreto di cooperazione culturale internazionale.

Il responsabile della formazione Alvaro Cortés Poo ha spiegato la metodologia della residenza: un percorso che unisce moduli online con docenti internazionali e lavoro sul campo in presenza, ma soprattutto una struttura orizzontale, dove non ci sono gerarchie rigide ma ruoli che dialogano, si sovrappongono, si mettono in discussione. Ognuno contribuisce alla creazione collettiva di un film, ma anche alla costruzione di un gruppo. La parola d’ordine è condivisione: dello spazio, del tempo, della responsabilità, dell’immaginazione.

Uno degli aspetti più apprezzati è la scelta dei luoghi: quest’anno Castello Errante si svolge a Capranica, borgo della Tuscia che diventa, per due settimane, un set e una casa per la troupe internazionale. Il sindaco Pietro Nocchi, anche presidente della Provincia di Viterbo, ha ribadito quanto il progetto sia importante non solo per la promozione del territorio, ma per la possibilità di farlo entrare in dialogo con chi lo abita temporaneamente. L’apertura delle istituzioni locali, ha spiegato, è fondamentale affinché la cultura possa attecchire e generare valore.

A chiudere l’incontro è intervenuta Antonella Cavallari, Segretario Generale dell’IILA, con la volontà precisa di testimoniare la continuità dell’impegno dell’Istituzione nel sostenere una residenza che porta avanti, con coerenza, i valori del dialogo interculturale e della diplomazia culturale. Sono arrivati anche i saluti di Roberto Stabile e dell’ambasciatore del Cile in Italia Ennio Vivaldi, che ha voluto esprimere pubblicamente il proprio apprezzamento per un’iniziativa capace di generare scambi significativi, anche sul piano diplomatico.

Momento centrale dell’incontro è stata la presentazione dei residenti 2025, tredici giovani professionisti provenienti da Argentina, Brasile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Cile, Venezuela, Repubblica Dominicana, Messico e Italia. Con emozione e consapevolezza hanno raccontato le proprie aspettative, i propri percorsi, la voglia di imparare, contribuire, crescere insieme. Il gruppo è coordinato da Mounir Derbal, regista italiano con esperienza nel documentario e nella formazione, e guidato nel modulo documentario dalla regista brasiliana Gabriela de Oliveira Poester Nunes. A emergere è stata una profonda umanità, un senso del collettivo che non è solo strategia di lavoro, ma vera e propria scelta etica.

Dal 5 al 7 dicembre, a Capranica, verrà girato il corto che nascerà da questo incontro di sensibilità e culture. Un’opera destinata a viaggiare, come già accaduto per i corti delle passate edizioni, distribuiti in più di cento sale italiane e presenti nei festival internazionali. Ma il valore del Castello non si misura solo nei risultati, bensì nel processo: è un progetto che forma senza chiedere denaro, produce senza gerarchie, promuove senza confini. È un modello virtuoso in un sistema che tende invece a chiudersi e a selezionare per esclusione.

Castello Errante dimostra che un altro modo di fare cinema è possibile: partecipativo, interculturale, radicato nei territori e aperto al mondo. Un cinema che non ha paura di sporcarsi le mani con la realtà, che crede nella complessità e che coltiva i legami. Un cinema che – mentre altrove si contano le risorse – crea valore relazionale, politico, umano. E lo fa con grazia, con rigore, con coraggio.

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