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Falsi Dalí a Parma: L'ombra della contraffazione sul Mercato dell'Arte

Scandalo a Parma: 21 opere di Dalí sequestrate per sospetta falsificazione. Un'inchiesta che svela i rischi del mercato dell'arte e il ruolo del TPC

Il sequestro di ventuno opere a Palazzo Tarasconi, innescato da una segnalazione della Fundación Gala-Salvador Dalí, rivela le fragilità del sistema espositivo privato e l'urgenza di un presidio più severo dell'autenticità.

[di Mina Jane]

Il sequestro delle opere di Dalí a Parma. Foto: Carabinieri Nucleo Tutela Patrimonio Culturale

Un'aura di surrealismo, ma della varietà più sinistra, è calata su Dalí: tra arte e mito, la mostra inaugurata a Parma pochi giorni prima che l'esposizione allestita nel prestigioso Palazzo Tarasconi si trasformasse in teatro di un crimine culturale. I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Roma hanno eseguito un decreto di sequestro per ventuno opere attribuite a Salvador Dalí – arazzi, disegni, incisioni, oggetti di design – tutte gravate da ombre di inautenticità. L'operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, non discende da un controllo routinario: affonda le radici in sospetti maturati mesi addietro, durante una precedente tappa della medesima mostra al Museo della Fanteria di Roma, e trova il suo momento risolutivo in una segnalazione della massima autorità in materia: la Fundación Gala-Salvador Dalí.

L'intervento della Fondazione spagnola, custode dell'eredità intellettuale del maestro, ha innescato l'indagine, portando alla luce elementi critici e incongruenze che hanno minato la credibilità della provenienza e della genuinità dei lavori esposti. Questo passaggio è cruciale: il caso non si configura più come una semplice verifica amministrativa, ma come un'azione mirata, fondata sull'expertise di chi dedica la propria esistenza a preservare l'integrità dell'opera di Dalí. Ora l'indagine si orienta verso verifiche scientifiche approfondite, destinate a stabilire in via definitiva se quelle opere possano essere ricondotte alla mano dell'artista o se debbano essere espulse per sempre dal circuito come contraffazioni.

Salvador Dalí
A conferire ulteriore rilievo alla vicenda è il ruolo del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, eccellenza italiana istituita nel 1969: l'Italia fu la prima nazione al mondo a dotarsi di un reparto specializzato in questo ambito. Con una struttura capillare che opera in dipendenza funzionale del Ministero della Cultura, il TPC conduce un'attività incessante di prevenzione e repressione contro ogni forma di crimine artistico: dagli scavi clandestini al traffico internazionale, fino alla lotta serrata contro la contraffazione. L'operato del Nucleo di Roma, regista del sequestro di Parma, si inscrive in una tradizione di successi significativi, operazioni che hanno smantellato reti internazionali dedite alla falsificazione di opere d'arte contemporanea, recuperato beni per centinaia di milioni di euro, monitorato costantemente il mercato online, divenuto nuova frontiera per i traffici illeciti. La loro azione costituisce un presidio essenziale per la credibilità delle istituzioni culturali.

Le reazioni all'operazione di Parma hanno innescato un prevedibile scarico di responsabilità. La società organizzatrice, Navigare srl, ha dichiarato piena disponibilità a collaborare, posizionandosi come parte lesa e riservandosi azioni legali contro i prestatori delle opere. Il Comune di Parma e la Regione Emilia-Romagna hanno precisato di aver concesso unicamente un patrocinio non oneroso, privo di coinvolgimento economico, e si sono detti pronti a revocarlo. Nel frattempo, l'associazione di consumatori Codacons ha annunciato la propria costituzione come parte offesa, a tutela dei visitatori che hanno acquistato il biglietto.

Questo caso giudiziario, al di là della cronaca, spalanca una crepa nel sistema delle grandi mostre private. Mette a nudo la tensione tra un modello di business imperniato sulla rapidità e su una rete di prestatori privati, e i processi rigorosi – talvolta lenti – di autenticazione custoditi dalle fondazioni d'artista. Salvador Dalí, per la sua immensa popolarità e la poliedricità della sua produzione, è da sempre tra gli artisti più contraffatti al mondo. L'episodio di Parma non getta un'ombra soltanto su una singola mostra: costituisce un monito per l'intero settore. La tutela dell'autenticità, come ci ricorda questa vicenda, non è questione di mercato, ma pilastro su cui si fondano la fiducia del pubblico e il valore stesso del nostro patrimonio culturale.

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