$type=ticker$count=12$cols=4$cate=0

The Mastermind: Recensione del film anti-heist di Kelly Reichardt a Villa Medici

Recensione di "The Mastermind" di Kelly Reichardt con Josh O'Connor. Un'analisi del film anti-heist presentato a Villa Medici dopo Cannes 2025.

Con un eccellente Josh O'Connor, la regista decostruisce il cinema di rapina per scandagliare il fallimento di un uomo e di un'intera nazione nell'America degli anni Settanta.

[di Alex M. Salgado]

Josh O'Connor - The Mastermind

Dopo il consenso tributato dalla critica al Festival di CannesThe Mastermind di Kelly Reichardt approda in prima visione italiana nell'incomparabile scenario di Villa Medici, evento distintivo della quinta edizione del suo Festival di Film. Grazie alla distribuzione MUBI, il pubblico romano può immergersi nell'ultima fatica di una delle voci più coerenti e necessarie del cinema indipendente americano, in un luogo dove arte e cinema instaurano un dialogo di rara complicità.

GUARDA IL TRAILER: THE MASTERMIND | Trailer Ufficiale | Dal 30 ottobre al cinema

Nel cinema di Kelly Reichardt, il gesto minimalista possiede da sempre una densità straordinaria. The Mastermind non tradisce questa poetica, anzi la conduce verso inedite vette di complessità. Ambientato nel Massachusetts dei primi anni Settanta – un'America lacerata dal Vietnam e percorsa dalle prime fratture del suo mito fondativo – il film si maschera da heist movie solo per sovvertirne ogni codice dall'interno. La rapina che ne costituisce il fulcro appare maldestra, anti-spettacolare: un mero pretesto per avviare la vera indagine dell'opera, ovvero il ritratto di un uomo in fuga da se stesso.

Festival di Film di Villa Medici © Margherita Nuti & Claudia Gori
Il titolo stesso, The Mastermind, costituisce la prima, feroce ironia di un'opera che ne è intrisa. Il protagonista, J.B. Mooney, incarnato da Josh O'Connor, rappresenta l'antitesi di una mente criminale. Falegname disoccupato, ex studente d'arte naufragato, si lascia trascinare da un'apatia esistenziale e dalla convinzione di "meritare di meglio" verso un'impresa che lo trascende. O'Connor offre una performance di raro equilibrio, contenuta eppure magnetica, dando corpo a un personaggio fragile, narcisista e paradossalmente seducente – un antieroe sgangherato e saturnino per cui è impossibile non provare un turbamento fatto di pietà e disgusto. La sua interpretazione pulsa al centro di un film che elegge a proprio oggetto non l'azione del colpo, bensì le sue desolanti conseguenze.

Reichardt – che firma anche sceneggiatura e montaggio – esibisce un controllo formale cristallino. La sua regia contemplativa, di matrice quasi documentaristica, indugia sulla fatica dei processi, sulla tangibilità del fallimento: esemplare la lunga, ipnotica sequenza in cui J.B. nasconde le tele sottratte in un fienile. La fotografia di Christopher Blauvelt avvolge la narrazione in una palette autunnale dai toni ruggine e senape, restituendo l'epoca senza concessioni nostalgiche. A innervare il racconto di energia nervosa e sinuosa provvede la colonna sonora jazz di Rob Mazurek, che asseconda mirabilmente il tumulto interiore del protagonista.

Josh O'Connor - The Mastermind
Il naufragio personale di J.B. si trasfigura in potente metafora del collasso nazionale americano. Mentre il paese attraversa proteste e una crisi morale profonda, egli si muove in una bolla di egocentrismo, impermeabile a quanto lo circonda. Il finale – spietato e di lucidità abbagliante – porta il fermento politico in primo piano, travolgendo il protagonista in una forma di brutale giustizia poetica.

L'opera non è tuttavia immune da alcune riserve. Il rigore stilistico della regista, pur rappresentando la sua cifra più riconoscibile, rischia talvolta di generare una certa glacialità, lasciando lo spettatore con una riflessione più che con un'emozione. Inoltre, il talento di Alana Haim nel ruolo di Terri, la moglie, appare sprecato, confinato in un personaggio cui la sceneggiatura nega adeguato sviluppo.

Nonostante questi rilievi, The Mastermind si conferma opera intelligente e stratificata, ulteriore gemma nella filmografia di un'autrice imprescindibile. È un film che maneggia i generi con suprema consapevolezza, una meditazione amara sul fallimento e sul desiderio di reinvenzione che trova nella prestigiosa quiete di Villa Medici il proprio luogo d'elezione per essere scoperta e celebrata.

CLICCA QUI PER LEGGERE LE ALTRE NOTIZIE SU FESTIVAL DI FILM DI VILLA MEDICI 


COMMENTS

Loaded All Posts Not found any posts VIEW ALL Readmore Reply Cancel reply Delete By Home PAGES POSTS View All RECOMMENDED FOR YOU LABEL ARCHIVE SEARCH ALL POSTS Not found any post match with your request Back Home Sunday Monday Tuesday Wednesday Thursday Friday Saturday Sun Mon Tue Wed Thu Fri Sat January February March April May June July August September October November December Jan Feb Mar Apr May Jun Jul Aug Sep Oct Nov Dec just now 1 minute ago $$1$$ minutes ago 1 hour ago $$1$$ hours ago Yesterday $$1$$ days ago $$1$$ weeks ago more than 5 weeks ago Followers Follow THIS PREMIUM CONTENT IS LOCKED STEP 1: Share to a social network STEP 2: Click the link on your social network Copy All Code Select All Code All codes were copied to your clipboard Can not copy the codes / texts, please press [CTRL]+[C] (or CMD+C with Mac) to copy Table of Content