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Robert Longo: L’arte di scolpire il tempo nell’era delle immagini fugaci

Robert Longo: Dalle iconiche figure danzanti alla sua tecnica "scultorea", un'analisi della sua arte monumentale.

Un viaggio nel pensiero artistico di Robert Longo, dove la tecnica scultorea del carboncino monumentale rallenta il flusso mediatico per trasformare la cronaca in un’epica testimonianza del nostro mondo.

[di Massimo Righetti]

Men in the Cities - Robert Longo

Le soglie del Louisiana Museum of Modern Art si schiudono su quasi cinquant’anni di ricerca artistica, dove coerenza e potenza si fondono in un’unica visione. La retrospettiva dedicata a Robert Longo invita a penetrare nell’epicentro della sua poetica: una resistenza quasi ascetica alla tempesta di immagini contemporanee, un perseverante tentativo di “decelerare l’immagine”. Ogni monumentale composizione a carboncino esige una contemplazione che travalica il momento, convocandoci a compiere quello che l’artista definisce un imperativo etico: testimoniare.

Il suo cammino germoglia nel tumulto culturale degli anni ‘80, quando la sua matita cattura le ansie epocali nella serie destinata a divenire emblematica: Men in the Cities. Dal candore assoluto della carta affiorano sagome in abiti eleganti, i cui corpi si scompongono in gesti sospesi tra l’estasi di una danza e lo spasmo della morte. L’interrogativo che quelle visioni sollevano risuona immediato, lacerante: “stanno danzando o stanno morendo sotto i colpi?”. Lo stile si rivela cinematografico. La sua regia orchestra meticolosamente ogni dettaglio, guidando i soggetti verso movimenti convulsivi per poi cristallizzarli nell’eternità del disegno. L’opera trasfigura così un istante di violenza simulata in icona perturbante, teatro visivo dove le tensioni del conformismo e l’anelito ribelle si incarnano nel corpo umano.

Sickness of Reason
Da questa convulsione metropolitana, lo sguardo di Longo si dilata verso orizzonti più vasti. Il suo interesse migra gradualmente dal conflitto sociale al confronto con le forze primordiali, verso un’indagine sul sublime. Questa evoluzione del pensiero si rispecchia in una trasmutazione della tecnica. Abbraccia il carboncino, un residuo della terra, per dare forma ad una nuova visione. Davanti a noi si ergono le onde colossali della serie Monsters, ritratti della pura potenza naturale che coniugano fascinazione e terrore. Accanto, le apocalittiche esplosioni atomiche di Sickness of Reason ci pongono dinanzi alla capacità umana di autoannientamento. La sua mano impara a scolpire l’immagine, stratificando dense patine di polvere nera per poi, attraverso le gomme, scavare la luce e far emergere le forme dal candore della superficie. È un processo che incarna la sua missione: conferire gravità e permanenza all’effimero, scolpire sostanza dal transitorio.





The destroyer cicle
Forte di questa maturità tecnica e concettuale, Longo rivolge nuovamente il suo sguardo alla storia, assumendo il duplice ruolo di cronista e curatore della nostra cultura visiva. In The Destroyer Cycle, il suo carboncino acquisisce una precisione quasi forense, riproducendo la grana di un teleobiettivo o la pixelatura digitale mentre distilla scene di protesta e crisi dai media. Il dialogo si estende poi alla storia dell’arte: in Gang of Cosmos reinterpreta i Grandi Maestri, mentre Hungry Ghosts ne sonda gli strati nascosti attraverso le radiografie. Emerge con chiarezza la sua figura di architetto del significato. Ogni disegno costituisce un’argomentazione, un’immagine perfetta calibrata per conseguire il massimo impatto emotivo e intellettuale.

Uscendo idealmente dal museo, la missione di Robert Longo si manifesta in tutta la sua luminosa evidenza. Il percorso attraverso l’evoluzione del suo linguaggio ha rieducato il nostro sguardo. L’immenso lavoro che sottende ogni opera ci impone una visione più lenta e profonda, trasmutando il flusso mediatico in monumento gravido di testimonianza. Ci congediamo con una certezza radicale: nell’epoca della distrazione, sostare a guardare rappresenta la forma più autentica di impegno civile.

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