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Il Maestro Aleksandr Sokurov approda a Venezia: Il Taccuino del Regista in anteprima mondiale

Scopri "Il Taccuino del Regista", il nuovo film di Aleksandr Sokurov a Venezia 82. Un'opera-fiume tra cinema e letteratura in anteprima mondiale.

Il nuovo film del maestro russo è un viaggio di cinque ore nella storia del Novecento attraverso le immagini di Leningrado e le riflessioni dell'autore.

[di Redazione]
Director's Diary - Aleksandr Sokurov
Aleksandr Sokurov, figura titanica del cinema contemporaneo e voce tra le più penetranti della settima arte, approda nuovamente al Lido con Il Taccuino del Regista ("Director's Diary"), selezionato come Evento Speciale alla 82° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. Questa coproduzione russo-italiana del 2025 si annuncia come un pellegrinaggio cinematografico nell'anima di un continente ferito, un'opera che promette di ridefinire i confini tra memoria personale e collettiva.

Il Taccuino del Regista si configura come una sinfonia visiva di vastissima portata, tessendo un arazzo narrativo che intreccia biografia spirituale dell'autore e affresco del secondo Novecento. Il film si offre allo spettatore come un palinsesto da decifrare, dove letteratura e cinema convergono in un flusso ipnotico che dissolve le tradizionali categorie del documentario. Non si assiste passivamente: si è chiamati a partecipare, a scrutare, a forgiare connessioni intime con la materia storica evocata. L'ossatura narrativa si radica nei filmati d'archivio di Leningrado, metropoli che Sokurov abrasa con struggente intimità, definendola la sua "ansia" e il suo "dolore" – parole che racchiudono un universo di nostalgia e lacerazione.

L'autore siberiano, nato nel 1955 tra le vastità ghiacciate della taiga, ha edificato un corpus cinematografico di adamantina coerenza e rigore visionario. Laureato in storia e formatosi alla regia presso l'Istituto di Cinematografia di Mosca, ha presto conosciuto l'aspra morsa della censura sovietica. Dal 1980 dimora a San Pietroburgo – quella Leningrado che pulsa nelle sue pellicole come un cuore ferito – dove ha dato vita a oltre cinquanta opere tra lungometraggi e documentari. Il palmarès internazionale testimonia di un percorso artistico folgorante: da Cannes a Venezia, dove ha conquistato il Leone d'Oro con Faust (2011), fino alle più recenti meditazioni come Fairytale (2022). Arca russa (2002) rimane pietra miliare di un'estetica che ha rivoluzionato il linguaggio cinematografico.

Su questa nuova, monumentale fatica, Sokurov stesso offre una chiave interpretativa di rara densità poetica:

"...cosa posso aggiungere al monologo del mio film, che vi parlerà per cinque ore...? Guardatelo pazientemente, con cuore gentile, con attenzione... Questo racconto riguarda anche la vostra Patria, il vostro Paese e il vostro Popolo. In una sola parola: il Vecchio Continente non cambia."

Un'affermazione che riverbera come monito universale, dove il particolare si dilata fino ad abbracciare l'intera condizione europea, forse occidentale, certamente umana.

Alla domanda su come sia stato concepito il film, il regista rivela un processo creativo profondamente interiore e non mediato da contingenze esterne. Le sue parole illuminano la natura stessa dell'opera: 

"Io non so reagire alla vita, all’attualità. Non riesco creare qualcosa subito o lavorare su commissione. Il mio unico committente è la mia anima, la mia coscienza illuminata. Faccio solo ciò che essa mi richiede, da tutta la vita. Forse, ciò è il mio grande problemaPerò da anni trascrivo le mie osservazioni e studio attentamente il mondo dei pensieri di filosofi di epoche diverseQuesto è un processo autodidattico, di auto-evoluzione, necessario per la vita di un Artigiano come mePerò mi viene in supporto anche la mia esperienza, davvero ampia, di lavoro nell’ambito di arti visuali, l’esperienza dell’analisi cinematografica, quando si opera in tutti i generi conosciuti: documentario, fiction, l’esperienza del teatro, della musica, della drammaturgia e innanzitutto, l’esperienza degli errori commessi'Il taccuino del regista' è un'enorme opera sistemica di ricerca artistica sullo sviluppo storico, sociale e culturale del mio Paese considerato nel complessivo contesto degli impulsi della vita del mondo intero. È una reazione sentimentale al dolore e all'angoscia della mia anima nel contemplare ciò che accade intorno. Nel contemplare l'inevitabilità. 'Il taccuino' non poteva non esserci".

L'anteprima mondiale si svolgerà giovedì 28 agosto alle 13:30 al PalaBiennale del Lido, con la partecipazione del Maestro, di Paolo Maria Spina, produttore del film e delle équipe russe di San Pietroburgo e italiane di Ancona che hanno concorso alla realizzazione dell'opera.

La distribuzione italiana sarà comunicata al termine della kermesse veneziana.

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