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n-Ego a Piazza Vittorio: Eleonora Danco, il cinema come negazione dell'Io nel cuore di Roma

Notti di Cinema a Piazza Vittorio presenta N-Ego di Eleonora Danco. Intervista esclusiva per LucisullaScenaMag

Il 24 luglio l'arena di Notti di Cinema a Piazza Vittorio ospita l'opera seconda della regista, un "film-performance" che interroga il mondo adulto. In attesa dell'incontro con l'autrice, un'analisi del film e la nostra intervista esclusiva a un'anomalia necessaria del cinema italiano. 

[di Alex M. Salgado]

Eleonora Danco - n-Ego

Un ritorno a casa, nel cuore pulsante del suo stesso universo narrativo. Giovedì 24 luglio 2025, l'arena di "Notti di Cinema a Piazza Vittorio - 25 anni di luce nel cuore di Roma" — storica rassegna dell'Estate Romana che celebra quest'anno il suo 25° anniversario — ospiterà un evento dalle valenze meta-cinematografiche: la proiezione di n-Ego, alla presenza della sua autrice, Eleonora Danco.

Dopo il debutto in concorso al 42° Torino Film Festival a fine 2024, la presentazione nella capitale, inserita nella prestigiosa sezione "Grandi Ospiti", non è una scelta casuale ma un gesto artistico di grande portata simbolica. n-Ego torna a Roma, la città che esplora e decostruisce con sguardo impietoso, per incontrare un pubblico che è, in fondo, parte integrante della storia che il film stesso racconta. Si innesca così un potente cortocircuito tra finzione artistica e esperienza quotidiana, tra la Roma filmata e quella vissuta dagli spettatori.

GUARDA IL TRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=HQpEgpbgK9g

L'anomalia necessaria del cinema italiano

Ma chi è Eleonora Danco? Definirla semplicemente regista sarebbe un imperdonabile riduzionismo. La sua figura è quella di un'artista poliedrica — "autrice, regista, attrice, performer" — che opera nel panorama italiano come una sorta di "anomalia necessaria". Le sue fondamenta affondano in un "teatro fisico, d'impatto e tensione", dove "corpo e testo si fondono in un'unica espressione". Formatasi alla scuola di Gigi Proietti e dopo aver lavorato con Vittorio Gassman, Danco si colloca in una prestigiosa linea di successione del teatro italiano, pur mantenendo una fiera indipendenza che la porta a respingere le logiche di mercato.

Questa radice teatrale è la chiave ermeneutica per comprendere un cinema che sfida le etichette e resiste alle categorizzazioni. La sua carriera è caratterizzata da una dualità strategica: da un lato, il volto credibile dell'attrice in film di grandi registi come Moretti, Bellocchio, Luchetti Scola; dall'altro, la cineasta che crea opere profondamente personali e anti-commerciali.

Il "film-performer" che interroga l'età adulta

n-Ego rappresenta l'espressione più matura di questa visione artistica. Non è un documentario, bensì un "film-performer", un'opera ibrida che poggia su una solida sceneggiatura scritta con il montatore Marco Tecce. Al centro, una regista in crisi creativa ed esistenziale, interpretata dalla stessa Danco, vaga per Roma, Terracina e Sperlonga in cerca di ispirazione. Il suo aspetto costituisce una dichiarazione di poetica: indossa un impermeabile rosso fuoco e ha il volto coperto da una calza di nylon, trasformandosi in un "manichino de Chirichiano".

Senza volto, cancellata nella sua identità specifica, diventa un personaggio universale e senza tempo il cui scopo è sondare il "mondo degli Adulti". Questa scelta segna uno spostamento tematico deliberato rispetto al suo acclamato esordio N-Capace (2014), che esplorava gli estremi dell'esistenza — adolescenza e vecchiaia — per concentrarsi ora sul centro complesso e disordinato della vita.

Il metodo è un'evoluzione di quello già sperimentato nel primo film e si pone sulla scia dei Comizi d'amore di Pasolini: un'"intervista-performance" che mescola confessioni autentiche di persone reali — "reperti di popolo di abbacinante veridicità" — con una cornice surreale, quasi un "teatro dell'assurdo". Il casting è un deliberato amalgama di non professionisti che portano sullo schermo storie di disagio e desideri insoliti, e attori affermati come Filippo Timi ed Elio Germano in cameo satirici che sbeffeggiano l'industria cinematografica.

Il risultato, assemblato dal montaggio ipnotico e giocoso di Tecce — elemento universalmente riconosciuto come cruciale, quasi co-autoriale —, è un'opera che può respingere o affascinare ma non lascia indifferenti. Un cinema da festival scomodo e stimolante, che ha saputo conquistare soprattutto le nuove generazioni, attratte dalla sua onestà emotiva e dal linguaggio formale che risuona con una generazione abituata alla narrazione frammentaria dei media digitali.

Intervista Esclusiva: Le nostre domande a Eleonora Danco

In attesa di dialogare con lei sul palco di Piazza Vittorio, abbiamo avuto il privilegio di porre in esclusiva alcune domande a Eleonora Danco, per iniziare a esplorare le urgenze e le scelte dietro un film così complesso e stratificato.

Dieci anni fa, con N-Capace, ha esplorato gli estremi della vita: adolescenza e vecchiaia. Ora, con n-Ego, si concentra sul caotico "mondo degli Adulti". Cosa L'ha spinta a rivolgere il Suo sguardo su questa fase dell'esistenza e quali "urgenze" ha scoperto in essa?

Eleonora Danco, Elio Germano - n-Ego
"Sono partita da due esigenze espressive. Dopo gli adolescenti e gli anziani volevo trattare l’età adulta, rifuggendo la psicologia, la spiegazione, concentrandomi su persone che ho scelto partendo dalla loro fisicità, dai volti delle persone riesco a cogliere la loro profondità e complessità. Sono andata mesi prima di girare nelle strade dei quartieri che avevo scelto per il film, con gli assistenti alla regia e aspettavo passasse qualcuno che mi colpiva. Dopo averli fermati li invitavo al provino. E’ stata una ricerca lunga e intensa. Pensavo a  tanti tipi di adulti  di classi sociali differenti, non  per un confronto, ma tirando fuori da tutti la sfera più intima. Le loro storie le ho scoperte al provino, la prima scelta è stata di slancio e di rimandi pittorici, in quello che percepivo dai loro volti, dal loro essere. Li ho scelti come avrei fatto a sedici anni. Senza ragionamenti. Di pancia. Il secondo livello erano le scene con gli attori e la scrittura del mio personaggio. Che volevo avesse un linguaggio diverso dagli altri. Espresso con una scrittura poetica fatta  di stati d’animo."

Il suo metodo è stato definito una "intervista-performance". Come avviene il passaggio dall'incontro istintivo con persone reali, "reperti di popolo di abbacinante veridicità", alla cornice così stilizzata e surreale del film, a metà tra "esperimento sociale" e "teatro dell'assurdo"?

"Ho riportato sullo schermo il  metodo che metto in pratica  nei miei seminari con  giovani attori, da  circa venti anni: “ Partire da se stessi per arrivare a tanti” un metodo selvaggio e d’impatto. Lavorando sui diversi livelli che un attore un performer deve avere. Gli attori dovrebbero studiare i vari passaggi, dalla danza alla voce alla tecnica fisica, attraverso i loro buchi, la parte fallata, quella che si nasconde ma che è la fonte della nostra energia, che va però diluita, lavorata, non per forza capita ma cavalcata, dentro un processo ossessivo di studio e ripetizione. Per arrivare a usare tutto di noi stessi, senza farci sconti, distruggendosi se necessario per rendersi pezzi unici, portatori di follia, libertà  e tecnica,  emozioni tragicomiche. Con le persone prese dalla strada faccio la stessa cosa ma in modo diverso. Ho un rapporto con loro diretto. Come avessero sedici anni, ci capiamo al volo sentono che possono fidarsi si aprono. Sono molto concentrata e con ognuno  lavoro su  quello che percepisco della loro parte nascosta, li aiuto a tirarla  fuori, le loro emozioni più profonde. Attraverso un gioco li trascino in una danza intima e fisica. Quando riesce è esplosivo."

Il titolo, n-Ego, e la sua maschera suggeriscono una negazione dell'io. È questo il ruolo che l'artista deve assumere oggi: farsi da parte, annullare il proprio ego per permettere alla realtà degli altri di emergere e occupare la scena?

"Non so rispondere su quale  sia il ruolo dell’artista oggi. Sono molto rigorosa e severa con me stessa. E in n-Ego grazie a Marco Tecce, creatore del montaggio e co sceneggiatore del film abbiamo deciso di dare questo taglio laterale al mio personaggio. Un adulta che si perde nello struggimento e si incasina Come gli altri personaggi."

Lei si definisce un'artista "indipendente" con una visione radicale. Cosa significa oggi, nel sistema cinematografico italiano, essere un'"anomalia necessaria"? Quali sono le sfide e quali, forse, i vantaggi di questa fiera autonomia?

Filippo Timi - n-Ego
"I vantaggi sono la libertà espressiva, la possibilità di fare come vuoi senza dover  cedere a troppi compromessi. Dall’altra parte film come i miei faticano il triplo. Ed è un  vero peccato. Direi uno spreco. Penso che molto dipenda dai produttori e distributori e da un meccanismo cieco e morto, basato su schemi vecchi e senza coraggio. Si dovrebbero sostenere di più artisti che rischiano e che al contempo riescono ad avere un linguaggio popolare. Ma io continuerò a rischiare. In questo momento sto finanziando la promozione e la distribuzione del film tutto da sola. Ho ricevuto una piccola eredità che invece di tenere per me dato che non posseggo nulla, sto mettendo tutta nel film. Ho collaboratori giovani e capaci. Ma è un peccato sapere che questo film con un sostegno sarebbe un evento nazionale. Ma va cosi in questo paese e il mio compito è continuare a lottare, a mettermi in gioco, come diceva Fellini: anche a costo di essere bruciati da questo inevitabile conflitto.  La mia più grande soddisfazione è avere i cinema pieni di giovani."


Le risposte di Eleonora Danco apriranno un dialogo che proseguirà dal vivo, sul palco dell'Arena di Piazza Vittorio. La proiezione del 24 luglio si preannuncia come un appuntamento imperdibile, non solo per scoprire un'opera che sfida le convenzioni cinematografiche, ma per partecipare a un evento culturale autentico: un confronto diretto tra un'artista radicale, il suo cinema e la città che lo ha ispirato. Una serata di prestigio per chi cerca nel cinema non risposte facili, ma domande potenti e sguardi capaci di scuotere le certezze consolidate.

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Giovedì 24 luglio ore 21:30

NOTTI DI CINEMA A PIAZZA VITTORIO

n-EGO di Eleonora Danco

per info e biglietti: www.cinevillageroma.it


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