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Marion Baruch a Firenze: l'Arte che Scardina Confini e Interroga il Presente

Recensione della mostra diffusa di Marion Baruch a Firenze. Arte tessile e temi contemporanei in un percorso che rompe le barriere. Info e sedi.

La più vasta retrospettiva italiana dedicata a Marion Baruch si dispiega a Firenze, invitando a una riflessione profonda sull'identità, la materia e il vuoto attraverso un innovativo percorso espositivo tra Museo Novecento, Manifattura Tabacchi e Polimoda.

[di Mina Jane]

Marion Baruch + AG Fronzoni, Abito-Contenitore, ca. 1969, photo: Gianni Berengo Gardin/Fondazione Forma per la Fotografia

Firenze celebra Marion Baruch, artista cosmopolita e figura radicale dell'arte contemporanea, con Un passo avanti tanti dietro, la più ampia retrospettiva mai dedicatale in Italia. Un evento che trascende la semplice esposizione, configurandosi come una riflessione penetrante e urgente sui temi cruciali della nostra epoca.

Nata a Timișoara nel 1929, Baruch ha attraversato frontiere geografiche e culturali, dalla formazione presso l'Accademia di Belle Arti di Bucarest alla Bezalel Academy of Arts and Design di Gerusalemme, fino alle collaborazioni con designer radicali come A.G. Fronzoni e Dino Gavina. Questo percorso ha forgiato un linguaggio artistico inconfondibile che elegge il tessuto a medium primario, conferendogli una profondità poetica e una capacità espressiva uniche.

La vera cifra innovativa di questa retrospettiva risiede nella sua natura "diffusa". Il percorso espositivo, orchestrato con acume da Sergio Risaliti e Stefania Rispoli, si dirama dal cuore istituzionale del Museo Novecento – sede principale che offre una panoramica completa dell'evoluzione artistica di oltre sessant'anni – per estendersi agli spazi post-industriali della Manifattura Tabacchi e alle aule creative di Polimoda.

Questa scelta non è meramente logistica, ma profondamente programmatica: incarna il concetto stesso di "arte che rompe le barriere", smantellando il "white cube" museale per integrare l'arte nel tessuto urbano e renderla accessibile a un pubblico più vasto e diversificato. Le installazioni ambientali negli Edifici B11 e B6 della Manifattura Tabacchi e le opere in dialogo con Polimoda non si limitano a occupare spazi, ma li interrogano, amplificando la riflessione di Baruch sull'intersezione tra arte, design, produzione e industria della moda.

Ph Leonardo Morfini

La poetica di Marion Baruch costituisce un'indagine costante sulla materia, in particolare sugli scarti tessili industriali che l'artista definisce "qualcosa che vive e palpita", riflesso del flusso continuo della società. Attraverso questi frammenti dismessi, Baruch esplora il vuoto non come mera assenza, ma come spazio di libertà e possibilità creativa, ponendo la domanda cruciale: "Cosa potremmo costruire a partire dallo scarto, dall'assenza, dal margine?"

La sua ricerca abbraccia temi centrali della contemporaneità: lavoro, migrazione, linguaggio, femminismo, società dei consumi e questioni identitarie. Dal pionieristico progetto Code Your Soul (1996), che con lucida ironia avvertiva "Save your soul in infernet", anticipando le odierne riflessioni sull'identità digitale, fino alla commovente apertura all'altro nel progetto parigino Une chambre vide (2009), l'artista ha costantemente interrogato le trasformazioni del nostro tempo.

La curatela di Risaliti e Rispoli ha sapientemente enfatizzato come i tessuti sospesi di Baruch non riempiono lo spazio: lo interrogano, trasformando ogni installazione in un dispositivo di riflessione che invita lo spettatore a una partecipazione attiva. "Cosa vediamo quando 'manca' qualcosa?" diventa così il filo conduttore di un'esperienza che sollecita nuove prospettive percettive e concettuali.

Un coinvolgimento ulteriormente favorito da un articolato programma pubblico che include laboratori creativi per bambini e visite guidate con la curatrice stessa, pensati per vivere l'arte come "esperienza viva e collettiva" e per rendere accessibili anche ai più giovani le complesse questioni sollevate dall'artista.

Ph Leonardo Morfini
Un passo avanti tanti dietro si rivela dunque non solo come retrospettiva, ma come immersione totale nel pensiero di un'artista che, a 96 anni, mantiene intatta quella "freschezza e solidità" che ne fa una delle voci più autentiche e necessarie del panorama contemporaneo. La sua straordinaria capacità di trasformare materiali dismessi in potenti dichiarazioni artistiche e la sua indagine sul vuoto come spazio fecondo di possibilità risuonano con attualità bruciante in un'epoca di crisi ambientale e ridefinizione dei valori.

Un'occasione imperdibile per scoprire un'artista che ha fatto della rottura delle barriere – fisiche, concettuali, espressive – la sua cifra distintiva, offrendo una profonda riflessione su corpo, identità, produzione e memoria che parla direttamente alle urgenze del nostro presente.

Informazioni sulla mostra:

Titolo: Un passo avanti tanti dietro

Artista: Marion Baruch

Sedi: Museo Novecento, Manifattura Tabacchi (Edifici B11 e B6), Polimoda

Date: 15 marzo - 8 giugno 2025

Curatori: Sergio Risaliti, Stefania Rispoli

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