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Michelangelo Pistoletto: Il Titano dell'Arte Povera Incontra l'Eternità delle Piramidi di Giza

Michelangelo Pistoletto porta il Terzo Paradiso alle Piramidi di Giza per "Forever is Now 2025". Un evento epocale tra Arte Povera e antico Egitto.

Il maestro italiano Michelangelo Pistoletto protagonista di "Forever is Now" alle Piramidi di Giza, un dialogo tra arte contemporanea, storia millenaria e il suo iconico Terzo Paradiso.

[di Mina Jane]

Michelangelo Pistoletto

L'eco di un annuncio significativo si diffonde nel mondo dell'arte: Michelangelo Pistoletto, figura cardine dell'Arte Povera e riconosciuto titano dell'arte contemporanea italiana, sarà il fulcro della quinta edizione di Forever is Now, che avrà luogo presso le maestose Piramidi di Giza nel 2025. Più che una semplice notizia, si tratta di un evento destinato a marcare un momento di risonanza culturale epocale. Dal 30 ottobre al 22 novembre 2025, vedremo l'artista misurarsi con uno degli scenari più iconici e spiritualmente densi della storia umana, coronando così quello che l'Ambasciatore italiano al Cairo, Michele Quaroni, ha descritto come uno dei più grandi sogni dello stesso Pistoletto. 

L'opera di Pistoletto, permeata da una costante e profonda riflessione sul tempo, la memoria e l'identità, si appresta a intessere un dialogo di rara suggestione: quello tra l'eredità millenaria della civiltà egizia e le pulsazioni più vitali del pensiero moderno. La sua preannunciata installazione monumentale promette di essere un'autentica fusione di patrimonio artistico e storia antica, capace di far risuonare gli echi della civiltà faraonica con la vibrante energia del contemporaneo. In questo contesto si inserisce "Forever is Now", la mostra curata da Nadine Abdel Ghaffar sotto l'egida di Art D'Égypte e CulturVator, già distintasi per la sua straordinaria capacità di gettare un ponte tra le meraviglie dell'antichità e le visioni odierne, elevando gli artisti al ruolo di archeologi moderni, abili nel sovrapporre al sito strati interpretativi sempre nuovi. Non a caso, l'edizione 2025 si concentrerà sul concetto di immortalità, un tema che trova un'eco profonda e naturale nella maestosità atemporale delle Piramidi, scrigni di storia e Patrimonio UNESCO.

Venere degli Stracci
Nato a Biella nel 1933, Pistoletto ha impresso una svolta rivoluzionaria al linguaggio artistico sin dagli anni '60. I suoi celeberrimi Quadri Specchianti, concepiti tra il 1961 e il 1962, scardinarono la prospettiva rinascimentale convenzionale, immettendo direttamente lo spettatore e il fluire del tempo reale nel cuore dell'opera, un gesto che si rivelerà fondativo per tutta la sua ricerca successiva. Di lì a poco, con gli Oggetti in Meno (1965-1966), Pistoletto infranse l'idea di uno stile univoco, spianando la via all'Arte Povera, movimento poi teorizzato da Germano Celant nel 1967. Di questa corrente, che propugnava l'impiego di materiali poveri e quotidiani – come stracci, legno, terra – per interrogare le convenzioni e il sistema dell'arte con un linguaggio più diretto e radicato, Pistoletto è stato protagonista indiscusso. Opere emblematiche come la Venere degli Stracci (1967) incarnano potentemente questo approccio, sfidando le gerarchie culturali. Accanto a essa, si colloca per importanza concettuale anche La Mela Reintegrata, un simbolo potente del suo Terzo Paradiso, che invita a una ricucitura tra natura e artificio, quest'ultimo evocato persino nel celebre logo della mela morsicata della Apple, per tendere a un nuovo equilibrio globale.

La mela reintegrata
Il percorso di Pistoletto è un'evoluzione costante: dall'introspezione dei primi lavori verso un impegno sempre più marcato con le dinamiche sociali, culminato nel Progetto Arte (1994), nella fondazione di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto nel 1998 – un laboratorio per "produrre civiltà– e nel progetto globale del Terzo Paradiso (annunciato nel 2004). Quest'ultimo, simboleggiato da una riconfigurazione del segno matematico dell'infinito, mira a una connessione equilibrata e armonica tra il "primo paradiso" (la natura) e il "secondo paradiso" (il mondo artificiale), echeggiando la sua convinzione che "l'arte sia essenziale per la pace", come sottolineato da Nadine Abdel Ghaffar. Non a caso, pace e armonia sono state identificate dall'artista come parole chiave della sua eredità, e la sua recente nomina al Premio Nobel per la Pace 2025 ne sottolinea la profonda valenza etica.   

Courtesy Art Egypte  Jean-Marie Appriou, Vessel of Time, 2024,
bronzo e argilla del Nilo color ocra.
La presenza di Pistoletto a Giza trascende, dunque, i confini dell'evento puramente artistico per elevarsi ad autentico atto di diplomazia culturale, impreziosito ulteriormente dall'istituzione di un programma di residenza destinato a un giovane artista egiziano presso l'Accademia Unidee di Biella. Immaginiamo così la sua installazione al cospetto delle Piramidi – luoghi che incarnano la grandezza del passato e lanciano una perenne sfida all'eternità – caricarsi di una risonanza profonda. Sarà un invito a meditare sul lungo cammino dell'umanità, sulla responsabilità che ci incombe di plasmare un futuro sostenibile attingendo alla saggezza ancestrale e, al contempo, abbracciando la vibrante creatività del presente. Si profila così un dialogo intessuto tra passato, presente e futuro, la cui eco è destinata a propagarsi ben oltre i confini del deserto e l'inesorabile scorrere del tempo.



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