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Storia di una Notte: L'audace Scommessa Drammatica di Paolo Costella.

Recensione di "Storia di una notte" di Paolo Costella. Analisi del dramma familiare con Foglietta e Battiston su lutto e rinascita. Dal 30 aprile.

Il nuovo film del regista Paolo Costella, lontano dalla commedia, esplora le complesse dinamiche del dolore e della famiglia, tra ambizioni visive e nodi irrisolti. La Recensione di Luci Sulla Scena Magazine.


[di Alex M. Salgado]

Paolo Costella abbandona i sentieri familiari della commedia per addentrarsi si confronta con le zone d'ombra dell'animo umano in Storia di una notte, la sua nuova opera drammatica in arrivo nelle sale italiane il 30 aprile 2025. Scritto dallo stesso Costella insieme a Tania Pedroni e prodotto da Tramp Limited con Rai Cinema, il film segna una significativa incursione del regista in un territorio narrativo complesso. Questa coraggiosa scommessa artistica vede protagonisti due volti noti e apprezzati come Anna Foglietta e Giuseppe Battiston, affiancati dai giovani Giulietta Rebeggiani, Biagio Venditti, Massimiliano Caiazzo, Yile Yara Vianello e da attori esperti come Luigi Diberti e Stefania Casini.  Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2024 nella sezione Grand Public, il film è distribuito dalla giovane ma ambiziosa PiperFilm.

Una Vigilia di Natale Sospesa tra Passato e Presente

Ma qual è il cuore pulsante di questa storia? Al centro della vicenda troviamo Piero ed Elisabetta (Battiston e Foglietta), una coppia la cui unione, un tempo felice, è stata irrimediabilmente spezzata dalla tragica scomparsa prematura del figlio maggiore, Flavio (Massimiliano Caiazzo), in un incidente. Anni dopo, il dolore inespresso e le reciproche accuse hanno eretto un muro di incomunicabilità tra loro. I due figli rimasti, l'adolescente Sara (Giulietta Rebeggiani) e il più giovane Dennis (Biagio Venditti), tentano allora un disperato riavvicinamento, convincendo i genitori a trascorrere insieme la vigilia di Natale nella casa dei nonni materni a Cortina d'Ampezzo. La speranza è appesa a un filo, ma un nuovo evento traumatico sconvolge i piani: Dennis rimane vittima di un grave incidente sugli sci. Questa nuova crisi costringe la famiglia a rivivere l'angoscia della perdita e a trascorrere una lunga, interminabile notte di veglia in ospedale, mentre il ragazzo è sotto i ferri. È proprio durante questa notte carica di tensione che i personaggi sono obbligati a confrontarsi con i fantasmi del passato, le verità non dette e il dolore che li ha divisi, aprendo forse uno spiraglio per una possibile ricomposizione. Il film, pur essendo liberamente tratto dal romanzo Nelle migliori famiglie di Angelo Mellone, sceglie di concentrarsi quasi interamente sul presente narrativo e sulle dinamiche individuali, discostandosi dalla struttura multi-temporale del libro.

Nell'affrontare il tema universale e straziante dell'elaborazione del lutto, Paolo Costella compie con Storia di una notte uno sforzo notevole, dimostrando una chiara padronanza del linguaggio visivo. La sua capacità di "cristallizzare" la sofferenza in immagini risulta efficace, così come la creazione di atmosfere sospese e glaciali nelle suggestive ambientazioni di Cortina. La gestione controllata del materiale drammatico e la scelta di evitare facili derive melodrammatiche, attraverso una messa in scena misurata e a tratti quasi surreale, conferiscono al film un indubbio impatto visivo.


Tuttavia, questo marcato rigore formale sembra entrare in tensione con la resa emotiva del racconto. Durante la visione del film, nella sceneggiatura emerge una certa artificialità nella costruzione delle dinamiche familiari, a tratti schematiche nel passaggio dall'idillio pre-tragedia all'ostilità successiva, mancando forse di quelle sfumature necessarie a rendere pienamente credibile l'evoluzione psicologica dei personaggi. Ne deriva una percepibile distanza emotiva, un ostacolo all'empatia con il dramma vissuto dai protagonisti, nonostante la gravità dei temi trattati. La pur notevole forza delle immagini, quindi, fatica a compensare questa carenza sul piano del coinvolgimento emotivo.   

E il cast? Fortunatamente ci mette del suo. Il film poggia sulle spalle solide di Anna Foglietta, intensa e consapevole nel difficile ruolo della madre in lutto, e di Giuseppe Battiston, sempre affidabile. Ma a brillare e portare una ventata di freschezza sono soprattutto le giovani Giulietta Rebeggiani e Yile Yara Vianello, capaci di regalare sprazzi di autentica vitalità a una struttura che altrimenti rischia di apparire un po' ingessata. 

Storia di una notte segna un passo significativo e coraggioso per Costella, un regista che dimostra di non sottrarsi al confronto con temi difficili, sfoggiando un'estetica raffinata e personale. Il rigore stilistico e la delicatezza nel trattare il dramma sono tangibili, ma si avverte la mancanza di qualcosa, quella scintilla emotiva necessaria per coinvolgere pienamente e colpire nel segno. L'esito è un dramma familiare condotto con indubbio mestiere, ben confezionato, che sollecita una riflessione sulla messa in scena del dolore, pur rischiando di non toccare le corde più intime dello spettatore.


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