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Good Night, and Good Luck a Broadway: L'Eco Tonante del Passato nel Presente Incerto

"Good Night, and Good Luck" a Broadway. La recensione

 George Clooney debutta a Broadway con un dramma necessario, tra echi del Maccartismo e domande brucianti sulla nostra epoca. Ma il teatro regge il peso della storia?

[di Angelo Bruno]

Il palcoscenico di Broadway accoglie un nome che solitamente associamo al grande schermo: George Clooney. Non solo come co-adattatore (insieme al fido Grant Heslov) della loro pellicola del 2005, "Good Night, and Good Luck", ma anche come protagonista nel ruolo iconico del giornalista della CBS Edward R. Murrow. Un debutto atteso, che riporta Clooney sulle scene teatrali dopo decenni, per raccontare una storia che, pur ambientata nel 1954, sembra parlare direttamente al nostro presente, l'anno 2025.

Il Martello dell'Attualità: Un Pro Innegabile

Non si può sfuggire alla risonanza quasi assordante di questa pièce. La battaglia di Murrow contro le tattiche diffamatorie e la caccia alle streghe anticomunista del Senatore Joseph McCarthy tocca nervi scoperti nel pubblico contemporaneo. Quando un personaggio come Don Hollenbeck (interpretato con toccante fragilità da Clark Gregg), logorato dalle accuse e dalla polarizzazione, mormora di non riconoscere più il mondo al suo risveglio, l'applauso che scroscia in sala al Winter Garden Theatre non è solo approvazione, è quasi un grido liberatorio. La sceneggiatura di Clooney e Heslov, pur seguendo la traccia del film, diventa un monito potente sulle derive della disinformazione, sulla responsabilità dei media e sul coraggio necessario per difendere la verità e il dissenso in un'epoca di crescente intolleranza. La domanda implicita – chi sono gli Ed Murrow di oggi? – aleggia pesante, rendendo lo spettacolo tematicamente imprescindibile.

Dallo Schermo al Palco: Luci e Ombre dell'Adattamento

Tuttavia, la forza del messaggio e l'urgenza dei temi non sempre si traducono in un'esperienza teatrale impeccabile. Se da un lato la regia di David Cromer e le scenografie evocative di Scott Pask ricreano con maestria l'atmosfera febbrile e fumosa degli studi CBS degli anni '50 – con tanto di schermi che proiettano l'autentico volto di McCarthy in filmati d'archivio, una scelta tanto efficace qui quanto nel film – dall'altro l'opera a tratti fatica a trovare un ritmo drammatico costante.

Il debutto di Clooney è sobrio, misurato, quasi antieroico. L'attore reprime saggiamente il suo carisma cinematografico per calarsi nella gravitas di Murrow, fronte aggrottata e sigaretta perennemente accesa. È una performance rispettabile, che cattura bene il personaggio nelle scene trasmesse "in diretta" su schermi interni grazie a riprese live, ma che risulta forse troppo contenuta, privando la pièce di quel centro dinamico che un protagonista di tale statura richiederebbe sul palco.

Questo vuoto è accentuato da un Fred Friendly meno incisivo rispetto alla sua controparte cinematografica (allora interpretato dallo stesso Clooney). Glenn Fleshler, pur attore di vaglia, offre una prova solida ma non tridimensionale, lasciando un po' sguarnita la dinamica cruciale tra Murrow e il suo produttore. Anche la sottotrama romantica e clandestina tra Shirley e Joe Wershba (Ilana Glazer e Carter Hudson) non riesce a decollare, apparendo più funzionale nel film per sottolineare la paranoia dell'epoca, mentre qui sembra quasi accessoria, evidenziando forse un limite del linguaggio teatrale rispetto ai primi piani cinematografici per questo specifico materiale.

Dove la produzione brilla è in alcuni ruoli di supporto chiave: il già citato Clark Gregg e un eccellente Paul Gross nei panni di William F. Paley, il capo della CBS, combattuto tra l'ammirazione per Murrow e le pressioni economiche e politiche. Le loro interazioni con Clooney sono tra i momenti scenicamente più riusciti.

Gli intermezzi musicali, eseguiti da una band dal vivo e impreziositi dalla voce jazz di Georgia Heers, sono un piacere per l'udito e contribuiscono all'atmosfera d'epoca. Tuttavia, pur piacevoli, tendono a rallentare ulteriormente l'azione, fungendo più da gradevole contorno che da elemento propulsivo della narrazione.

Conclusione: Necessario ma Imperfetto

"Good Night, and Good Luck" a Broadway è uno spettacolo che vive di una dicotomia evidente. Da un lato, possiede una forza tematica innegabile, amplificata da un contesto storico (il nostro 2025) che ne rende i moniti spaventosamente attuali. Il discorso finale di Murrow sulla missione dei media e sulla battaglia contro l'ignoranza è un pugno nello stomaco, oggi come allora. L'impegno personale e appassionato di Clooney nel portare questa storia sul palco è palpabile.

Dall'altro lato, come opera teatrale pura, mostra delle fragilità strutturali e ritmiche. Non tutti i personaggi respirano con la stessa profondità di Murrow, e la performance pur dignitosa del protagonista non riesce a infondere quella scintilla che trasformerebbe una lezione di storia importante in un evento teatrale memorabile.

Vale la pena vederlo? Assolutamente sì, per la potenza del suo messaggio e per la riflessione che inevitabilmente stimola. Ma si esce dalla sala teatrale con la sensazione che, nonostante la produzione di classe e l'indubbia rilevanza, questo materiale trovasse nel linguaggio cinematografico la sua espressione più completa ed efficace. Resta, tuttavia, un potente promemoria: "La nostra storia sarà ciò che ne faremo". E la domanda di Murrow, "Cosa siete disposti a fare?", risuona ben oltre il sipario calato.

GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK:

  • Winter Garden Theatre, New York
  • Cast: George Clooney, Mac Brandt, Will Dagger, Christopher Denham, Glenn Fleshler, Ilana Glazer, Clark Gregg, Paul Gross, Georgia Heers, Carter Hudson, Fran Kranz, Jennifer Morris, Michael Nathanson, Andrew Polk, Aaron Roman Weiner
  • Regia: David Cromer
  • Autori: George Clooney, Grant Heslov (basato sulla loro sceneggiatura)
  • Scene: Scott Pask
  • Costumi: Brenda Abbandandolo
  • Luci: Heather Gilbert
  • Suono: Daniel Kluger
  • Proiezioni: David Bengali
  • Musiche: Bryan Carter
  • Produzione: Seaview, Sue Wagner, John Johnson, Smokehouse, Jean Doumanian, Robert Fox, 2929 Entertainment, Participant, Warner Bros. Theatre Ventures


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