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Trump Annuncia Dazi al 100% sui Film Esteri: Hollywood in Allarme, Newsom Contesta l'Autorità

Trump propone dazi del 100% sui film esteri, citando minacce alla sicurezza. Hollywood reagisce con preoccupazione, Newsom contesta l'autorità legale.

Il Presidente degli Stati Uniti definisce le produzioni straniere una minaccia alla sicurezza nazionale. L'industria cinematografica è in subbuglio mentre la California mette in dubbio la legalità della mossa.

[di Redazione]


Il Presidente Donald Trump ha scosso l'industria cinematografica annunciando tramite Truth Social l'intenzione di imporre dazi doganali del 100% su "qualsiasi e tutti i film prodotti all'"estero". Trump ha definito le produzioni straniere una minaccia alla sicurezza nazionale, sostenendo che attirano i cineasti fuori dagli Stati Uniti e introducono messaggi e propaganda nel paese.

"L'industria cinematografica in America sta morendo una morte molto veloce - ha scritto Trump - Altri paesi stanno offrendo ogni sorta di incentivi per attirare i nostri cineasti e studi lontano dagli Stati Uniti. Hollywood, e molte altre aree all'interno degli Stati Uniti, sono state devastate. Si tratta di uno sforzo concertato da parte di altre nazioni e, quindi, una minaccia per la sicurezza nazionale. È, oltre a tutto il resto, messaggistica e propaganda! Pertanto, autorizzo il Dipartimento del Commercio e il Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti, di iniziare immediatamente il processo di istituire una tariffa del 100% su tutti i film che entrano nel nostro paese che sono prodotti in paesi stranieri. VOGLIAMO ANCORA FILM FATTI IN AMERICA!".

Successivamente, parlando con C-SPAN, Trump ha ribadito la sua posizione, incolpando anche il governatore della California Gavin Newsom: "Quello che hanno fatto è che altre nazioni hanno rubato i film, le capacità di produzione cinematografica degli Stati Uniti," aggiungendo che "altre nazioni hanno rubato la nostra industria cinematografica. Se non sono disposti a fare un film all'interno degli Stati Uniti, allora dovremmo avere una tariffa sui film che entrano".

L'annuncio ha generato incertezza e preoccupazione a Hollywood. Molte grandi produzioni, inclusi franchise come Avatar, The Avengers e Mission: Impossible, vengono girate all'estero per sfruttare incentivi fiscali o location specificheQuesta tendenza è confermata da un recente sondaggio tra i dirigenti degli studi cinematografici, che ha rivelato come le cinque principali sedi di produzione preferite per il 2025 e il 2026 siano tutte al di fuori degli Stati Uniti, primariamente grazie ai competitivi incentivi fiscali offerti. Nell'ordine, le preferenze vanno a Toronto, Gran Bretagna, Vancouver, Europa Centrale e Australia, con la California relegata solo al sesto posto. 
Non è chiaro come verrebbero applicati i dazi, se ci saranno esenzioni per film già in produzione o completati, e perché la misura riguarderebbe solo i film e non le produzioni televisive. L'impatto potrebbe estendersi anche a film stranieri distribuiti negli USA. La notizia arriva poco prima del Festival di Cannes, creando potenziali difficoltà per la vendita di diritti internazionali.

Le reazioni non si sono fatte attendere. Secondo quanto riportato in esclusiva da Deadline, l'ufficio del governatore della California Gavin Newsom ha contestato la base legale dell'annuncio. Bob Salladay, consigliere senior per le comunicazioni di Newsom, ha dichiarato a Deadline: "Riteniamo che non abbia l'autorità di imporre tariffe ai sensi della legge sui poteri economici internazionali in caso di emergenza, dal momento che le tariffe non sono elencate come rimedio ai sensi di tale legge". Nonostante Trump abbia definito Newsom un "governatore grossolanamente incompetente", il team del governatore adotta un approccio attendista in attesa di maggiori dettagli. Gli studi cinematografici e i loro consulenti legali stanno cercando di comprendere le reali intenzioni di Trump e le potenziali conseguenze economiche, mentre l'MPA, l'associazione di categoria, non ha ancora rilasciato commenti ufficiali. L'incertezza regna sovrana su come questi dazi verrebbero applicati e chi ne pagherebbe il prezzo, con timori per un ulteriore indebolimento di un'industria già provata da pandemia e scioperi.

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