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Minecraft al Cinema: Dissezione di un Successo Annunciato (e Milionario) al Botteghino Italiano

Analisi del debutto record di A Minecraft Movie in Italia: 5 motivi, dai fan ai social, che spiegano i 4,75M€ del primo weekend. Scopri i numeri.

Oltre i blocchi: 5 fattori chiave (e qualche numero) che spiegano perché l'Italia ha amato "A Minecraft Movie" nel suo primo weekend.

 
[di Massimo Righetti]

Sentite anche voi questo sospiro di sollievo collettivo provenire dalle sale cinematografiche italiane? Dopo mesi di incassi che, diciamo così, non facevano gridare al miracolo ad eccezione del Blockbuster Follemente e in qualche modo del "successino" di Biancaneve, il botteghino tricolore ha finalmente ricevuto una scossa degna di nota. Il responsabile? Nientemeno che "Un film Minecraft" (Warner Bros.), l'adattamento del videogioco che ha trasformato i pixel in un fenomeno da grande schermo.

I numeri del debutto italiano parlano chiaro, anzi, urlano: 4,75 milioni di euro incassati nel primo weekend, con 618.000 spettatori paganti. Il tutto distribuito strategicamente in 471 cinema, che hanno registrato una media per sala da capogiro di 10.097 euro. Tradotto: il film si è pappato circa il 61% dell'intero incasso del fine settimana. Un dominio quasi imbarazzante.

Ma come ha fatto un film basato su un gioco dove si impilano blocchi a sbancare così? Non basta certo la fama del brand. Sezioniamo, con la freddezza analitica che ci contraddistingue (e un pizzico di ironia), i 5 motivi probabili di questo trionfo nostrano, adattando le analisi d'oltreoceano alla nostra realtà.

GUARDA IL TRAILER ---> https://www.youtube.com/watch?v=8B1EtVPBSMw

1. Il Pubblico Universale (o Quasi): I Gamers, i Loro Genitori e i Trascinati

Possiamo ritenere che A MINECRAFT MOVIE sia film "a cinque quadranti", capace di piacere a tutti. E i 618.000 biglietti staccati in Italia nel weekend d'esordio suggeriscono che sì, non erano solo i fan sfegatati del gioco. C'erano i giocatori, certo, ma probabilmente anche orde di genitori rassegnati, fidanzati/e pazienti e amici trascinati con la promessa di popcorn. La presenza di volti noti come Jack Black (ormai abbonato ai film tratti da videogiochi, con risultati alterni, ammettiamolo) e Jason Momoa ha sicuramente aiutato ad allargare il target oltre la nicchia dei "Minecrafter" puri. La media per sala elevata indica che dove è arrivato, ha colpito duro, segno di un interesse concentrato e trasversale.


2. Marketing a Tappeto: L'Ineluttabilità dei Blocchi Promozionali

Warner Bros., come indicato nel documento, ha stretto accordi con ben 45 marchi a livello globale. Sebbene non abbiamo il dettaglio preciso per l'Italia, è lecito supporre che anche qui la macchina promozionale non abbia scherzato. Dai supermercati agli spot TV, passando per i social, sfuggire a Steve e compagni deve essere stato difficile quanto trovare diamanti al primo scavo. Questa onnipresenza, quasi un bombardamento di marketing, ha senza dubbio "preparato il terreno", rendendo l'uscita del film un evento quasi inevitabile per le famiglie e i giovani. Accaparrarsi il 61% del mercato significa anche aver saputo "oscurare" la concorrenza. Chapeau (o dovremmo dire, elmetto di diamante?).

3. Domanda Repressa e Tempismo Perfetto: L'Oasi nel Deserto (del Botteghino)?

Il documento sottolinea come il mercato USA fosse fiacco prima di Minecraft. E in Italia? Sebbene non fossimo forse alla canna del gas come oltreoceano, è innegabile che mancasse da un po' un vero e proprio "evento" cinematografico capace di mobilitare le masse familiari in questo modo. Warner Bros., posizionando strategicamente l'uscita (magari approfittando di qualche ponte o festività scolastica primaverile), ha intercettato perfettamente questa "fame" di blockbuster leggero, divertente e adatto a quasi tutti. Quei 4,75 milioni non sono solo un numero alto, sono un segnale: il pubblico aveva voglia di andare al cinema per un film così. Gli esercenti ringraziano sentitamente.

4. Il Fenomeno Videoludico Ben Adattato: La Maledizione Spezzata?

Minecraft non è un gioco qualunque, è il gioco più venduto della storia. Un bacino d'utenza potenziale mostruoso, anche in Italia. Il successo del film suggerisce che lo sforzo di collaborare con gli sviluppatori (Mojang/Microsoft) per rimanere fedeli allo spirito del gioco (creatività, comunità), pur inventando una trama laddove il gioco è libero, ha pagato. Finalmente, sembra che Hollywood abbia trovato una formula per non scontentare (troppo) i fan degli originali videoludici. Un miracolo statistico, considerando i precedenti disastri. Quei 618.000 spettatori italiani sono anche la prova che l'amore per il gioco si è tradotto in fiducia verso il film.

5. La Supernova Social: Dal "Chicken Jockey" ai Trend Italici

Fenomeni globali come il "chicken jockey" e trend virali su TikTok, possiamo scommetterci, hanno trovato terreno fertile anche sui social network italiani. A proposito di "chicken jockey": se non frequentate assiduamente l'universo di Minecraft (o i meandri più bizzarri di TikTok), potreste non sapere di cosa stiamo parlando. Ebbene, sappiate che nel gioco si tratta di un'accoppiata tanto letale quanto ridicola: uno zombie bambino che cavalca un pollo. Sì, avete letto bene. Nel film, il personaggio di Jack Black, Steve, vedendone apparire uno, esclama candidamente... "Chicken jockey!", annunciando la minaccia con la stessa enfasi con cui si ordinerebbe un caffè. Questa battuta, per la sua disarmante letteralità (considerata da alcuni critici un esempio di scrittura, ehm, essenziale, è diventata un fenomeno virale, con tanto di classifiche online delle frasi più "iconiche" del film. Il passaparola digitale, che sia per una scena epica o per un meme assurdo come questo, i video reaction, le clip condivise su Instagram e TikTok... tutto questo crea un'onda di curiosità e FOMO (Fear Of Missing Out) che spinge la gente in sala, specialmente il pubblico più giovane. È l'era del marketing organico (o quasi), dove un momento particolarmente sciocco può valere più di mille spot. Immaginiamo già i "GentleMinions" all'italiana, magari con outfit a cubetti, che affollano i multisala. Questo brusio online è stato probabilmente il catalizzatore finale che ha trasformato un'uscita attesa in un trionfo numerico.

Il successo italiano di "Un film Minecraft" non è figlio di un solo fattore, ma di una convergenza quasi perfetta: un brand fortissimo, un adattamento rispettoso, una campagna marketing martellante, un tempismo azzeccato e l'eco amplificatrice dei social media (persino di un pollo cavalcato da uno zombie). Un cocktail che ha generato numeri impressionanti, ridando fiato a un mercato che ne aveva disperatamente bisogno. Ora la domanda è: quanto durerà l'effetto-Minecraft? E, soprattutto, quanti sequel dovremo sorbirci? Staremo a vedere, calcolatrice alla mano.


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